Sponsor con lo sconto

Il progetto di restauro del Colosseo, realizzato dal ministero dei Beni Culturali e finanziato per 25 milioni di euro dal gruppo Tod’s, è testimone di una nuova sinergia tra pubblico e privato nel percorso di recupero e di valorizzazione dell’inestimabile patrimonio storico e artistico del Paese, cui, si auspica, parteciperanno presto altre grandi realtà imprenditoriali italiane.

I vantaggi dell’Art Bonus
Finanziare la ristrutturazione di un bene monumentale è tra le vie più efficaci per rafforzare la propria capacità comunicativa sul mercato. Ulteriori esempi sono la redazione di un manuale tecnico, l’organizzazione di eventi fieristici per settori specifici, e ancora il supporto finanziario di iniziative socio­politiche o filantropiche, ad esempio a sostegno della difesa dell’ambiente o di interventi umanitari, solo per citarne alcuni. In tutti questi casi, l’obiettivo che l’impresa persegue è il prestigio.
L’Art Bonus si sostanzia in un credito d’imposta nella misura del 65% delle erogazioni liberali effettuate a favore della cultura, che la legge di Stabilità 2016 ha reso addirittura permanente. Questa agevolazione, però, si ottiene soltanto previa presentazione di una certificazione, che attesti l’effettiva elargizione a un ente culturale.

I confini dell’elargizione
Il discrimine tra elargizione e sponsorizzazione risiede da una parte nello spirito di liberalità dell’erogazione di denaro, dall’altra dall’assenza di un obbligo di fare a carico del beneficiario. Le sponsorizzazioni ricorrono se la promozione del nome, del marchio e dei prodotti dello sponsor sia oggetto di un preciso vincolo giuridico gravante in capo al soggetto sponsorizzato (formalizzato in un apposito contratto), che costituisce la controprestazione del finanziamento erogato dallo sponsor.

Equiparazione all’advertising

L’Associazione Dottori Commercialisti di Milano ha accomunato le spese per contratti di sponsorizzazione alle spese sostenute per pubblicità e propaganda, essendo ambedue sostenute specificatamente per trarre benefici per la propria attività di vendita e la propria immagine. L’Amministrazione finanziaria concorda con tale impostazione. Le spese di sponsorizzazione subiscono questo trattamento tributario, solamente a condizione che il loro scopo sia quello di promuovere sotto il profilo commerciale un’impresa e che siano corrisposte a fronte di un obbligo contrattuale del soggetto beneficiario
Sul tema della qualificazione delle sponsorizzazioni culturali è pure dedicata una circolare di Assonime (n. 6/2013), che esamina il trattamento fiscale delle spese di sponsorizzazione, con particolare riferimento a quelle dirette al restauro dei beni culturali. Ai fini delle imposte dirette, precisa che la natura pubblicitaria delle spese per le sponsorizzazioni culturali è uno strumento di conservazione e valorizzazione del patrimonio. Devono quindi considerarsi superate le contrarie interpretazioni fornite al riguardo.
Ai fini dell’imposizione indiretta, invece, l’ente beneficiario della sponsorizzazione dovrebbe emettere fattura applicando l’Iva con aliquota 22%; imposta che lo sponsor ha diritto di portare in detrazione previa verifica circa eventuali limiti soggettivi all’applicazione dell’imposta.

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