Ocse contro l’ingegneria finanziaria a fini elusivi

L’Ocse si prepara a rafforzare le azioni di contrasto dell’evasione fiscale praticata con l’ausilio di strumenti di ingegneria finanziaria. Secondo un report pubblicato dall’associazione internazionale, la priorità è assicurare che l’imposta sia versata nel luogo in cui gli utili e il valore sono generati, e di impedire che i contribuenti utilizzino le diversità esistenti tra gli ordinamenti tributari dei vari Stati per ottenere vantaggi fiscali indebiti.
Questi nuovi obiettivi politici sono stati tradotti in azioni concrete nel quadro dell’iniziativa contro l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Base erosion and profit scifting) dell’Ocse. Il mirino è puntato soprattutto verso gli strumenti ibridi, termine usato per indicare le operazioni che, a causa delle sue caratteristiche strutturali, vengono qualificate in modo divergente dagli ordinamenti tributari dei diversi Stati in cui risiedono i contribuenti coinvolti. Divergenze che possono essere utilizzate per produrre fenomeni di doppia non imposizione che, tipicamente, deriva dalla circostanza che un pagamento viene considerato deducibile, o parzialmente deducibile, nello Stato di residenza del pagante, ed esente o assoggettato ad una aliquota di imposta agevolata, nello Stato di residenza del percettore.

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