Il fondo Atlant(id)e

Fa quasi tenerezza il Fondo Atlante nato appena con ambiziose finalità istituzionali: garantire gli aumenti di capitale di banche in difficoltà e acquistare i crediti in sofferenza che pesano sui bilanci di molte banche italiane. Ancora più ambiziosi gli obiettivi di rendimento del fondo: 6% annuo, roba da leccarsi baffi in tempi di tassi zero.

Il nodo dei risultati
Alla prova dei fatti i risultati sono disarmanti: doveva raccogliere tra 5 e 7 miliardi e si è fermato a 4,25; non doveva detenere più del 75% di ogni banca partecipata, ma, pronti via, 2,5 miliardi sono finiti a coprire il 100% degli sciagurati aumenti di capitale di Popolare Vicenza e Veneto Banca; gli investimenti dovevano avere un orizzonte temporale di 18 o massimo 24 mesi ed invece oggi le due banche sono inquotate, inquotabili e l’investimento è totalmente illiquido. Inoltre, non doveva esercitare attività di direzione e controllo delle banche partecipate e invece oggi si ritrova azionista unico delle due banche più dissestate d’Italia; doveva salvare i conti di Unicredit (che si era inspiegabilmente esposta quale garante del collocamento di Popolare Vicenza), ma la Vigilanza Europea ha avvertito: perdere i soldi direttamente o attraverso il fondo Atlante è proprio la stessa cosa. E, di fatti, Moodys ha già lanciato un warning a Intesasanpaolo e Unicredit che hanno investito 875 milioni cadauno nel fondo.

Poche risorse per gli npl
L’intervento del Fondo non ha nemmeno salvato la poltrona di Ghizzoni all’Unicredit, esautorato, con una immorale liquidazione da 14 milioni, anche se non c’era ancora il suo successore. Dopo pochi mesi e tanti proclami rimangono pochi soldi da investire, a fronte di crediti deteriorati in pancia alle banche per 200 miliardi di euro. Basti pensare che la Bce ha da poco imposto al solo Monte Paschi di Siena di pulire 10 miliardi di crediti in sofferenza dal proprio bilancio; un aumento di capitale appare inevitabile: che ruolo può giocare Atlante con 1,7 miliardi in cassa? L’unica cosa che resta è la commissione di gestione per Quaestio sgr (circa 3 milioni all’anno: ma non è tanto per detenere due partecipazioni? E se gli investitori perdono tutto, la commissione sarà restituita?). Al di là dell’indubbio vantaggio per i gestori del Fondo, c’è solo da prendere atto che per il sistema Italia il Fondo Atlante si è già trasformato in Fondo Atlantide.

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