Un impero spumeggiante

Ogni volta che si apre una Heineken, si sta contribuendo alla ricchezza di una donna, il cui patrimonio, quest’anno, ha raggiunto i 12,7 miliardi di dollari. Charlene de Carvalho-Heineken è la cittadina olandese più ricca, collocata nella lista dei primi 100 posti nella classifica di Forbes.

Matrimonio banche-industria
La fonte della ricchezza della anglo-olandese Charlene, classe 1954, una laurea in legge all’Università di Leida, risiede con evidenza nel suo cognome (il secondo; il primo lo ha acquisito dal marito, il banchiere del nome d’arte Michel de Carvalho, che oggi ha 72 anni e il cui vero nome è Michel Ray Popper). L’imprenditrice dei Paesi Bassi ha ereditato la Heineken dal padre Freddy. E Heineken vuol dire birra, ma soprattutto vuol dire un gruppo immenso che, accanto alla produzione della celebre bevanda alcolica olandese che porta lo stesso nome, ha negli anni acquisito decine di brand grandi e piccoli nei cinque continenti, dalla Germania alla Papua Nuova Guinea (e non è una boutade: Heineken possiede ben cinque produttori di birra anche nel marginale paese dell’Oceania).

Un portafoglio diversificato
In Italia sono di Heineken, ad esempio, la Birra Moretti, la Dreher, la Ichnusa e la Birra Messina. Charlene, una delle donne più ricche anche in Gran Bretagna, è infatti la figlia di Freddy Heineken, che è stato amministratore delegato del terzo più grande produttore di birra nel mondo dal 1971 al 1989. Ha ereditato il 25% della società Heineken International e 3 miliardi di sterline alla morte del padre, nel 2002. Il business dell’alcool è una questione di famiglia: già la madre, infatti, l’americana del Kentucky Lucille Cummins, apparteneva a una famiglia di distillatori del bourbon whiskey. Senza una vera a propria educazione formale nel campo degli affari, Charlene ha avuto un ruolo di primo piano nella scelta dell’attuale executive board chairman e amministratore delegato, ex Mc Kinsey, Jean-François van Boxmeer, in azienda dal 1984 ma nel ruolo attuale dal 2005 e che ha fatto triplicare le vendite dell’azienda. La famiglia spazia dall’industria alla finanza. Il marito Michel de Carvalho, infatti, che lavora a stretto giro con realtà come NM Rothschild e Citi, ha una laurea e un Mba conseguiti all’Università di Harvard, è stato un attore di cinema ed è stato un campione in vari sport, tra cui lo sci. E, nel corso degli anni, lo si poteva incontrare con facilità nella sua amata Saint Moritz, dove entrambe le famiglie hanno la casa di vacanza. È anche membro del supervisory board di Heineken NV. La coppia vive a Londra e ha cinque figli.

Dal cinema alla finanza

La storia di Michel Ray Popper è decisamente appassionante e non banale. Nato in una ricca famiglia inglese che lo fa studiare in una prestigiosa scuola svizzera, sviluppa una grande passione per gli sport invernali. Entra casualmente nel mondo del cinema tramite un amico di famiglia, il produttore Michael Bacon, che gli procura un piccolo ruolo ne Il figlio conteso (1954), dove serviva un attore che sapesse sciare. Mentre completa gli studi, prosegue la carriera cinematografica comparendo in alcuni film, tra cui I figli dello spazio (1958) e il celebre kolossal Lawrence d’Arabia (1962). Dopo questo lavoro decide di lasciare il cinema e si laurea a Harvard, iniziando una brillante carriera da imprenditore. Negli anni settanta sposa un’amica d’infanzia, Charlene Heineken, appunto, ereditando con lei il 50,05% dell’azienda al momento della morte del suocero. Fortissimo negli sport e dal carattere estroverso e appassionato, Michel è stato tre volte olimpionico, in due diverse discipline sportive, sci e slittino. E si è distinto anche nel corso degli studi e della professione. È vicepresidente dell’investment banking di Citigroup dove presiede il Citi Private Bank della regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). In quanto marito di una delle donne più ricche del mondo, che e si è trovata a gestire una storia imprenditoriale senza averne l’esperienza, si è fatto di nuovo attore non protagonista. Questa volta della storia di un birrificio tanto storico quanto prestigioso. Basti pensare che nel 2015 le innovazioni introdotte da Heineken in tutto il mondo hanno generato 1,5 miliardi di euro di ricavi.

Poco spazio sui media
Ma torniamo a Charlene. L’ereditiera ha sempre parlato molto poco con i media. Mai fino al 2002, quando muore il padre Freddy (che ha lanciato Heineken in America e ampliato il marchio fino a farlo diventare il più distribuito al mondo). Lei è sempre stata una madre di cinque figli e la moglie obbediente di un rampante e aggressivo investment banker di Londra. Non certo pronta a rilevare un colosso industriale come Heineken. Così, uscendo dal cimitero il giorno in cui ha sepolto suo padre, Michel ha lanciato una sfida a Charlene e le ha detto: “sradica la tua vita ordinata e diventa il motore che sta dietro alla Heineken”. Michel si è sempre detto orgoglioso (e affaticato) per aver saputo dare il passo giusto a Charlene. L’ha aiutata a prendere in mano il suo nuovo potere, l’ha spronata a farsi coinvolgere nel business, ha viaggiato il mondo con lei per visitare le fabbriche di birra e l’ha aiutata a valutare il management e a scegliere le prime linee. Un giorno ha dichiarato che “la cosa più bella che il padre di Charlene ha mai detto su di me è stata questa: lui non è interessato a mia figlia per il suo denaro”. Si sono sposati nel 1983, hanno avuto cinque figli in rapida successione (a 37 anni ne aveva cinque sotto ai sette anni) e fino a quando non ne ha compiuti 47, quando suo padre è morto, Charlene non disponeva di grandi somme di denaro né di partecipazioni in azienda.

Un’eredità pesante

Il giorno in cui è morto, Charlene è passata dal detenere l’0,80% delle azioni del valore di 33 dollari nel 2002, a 100 milioni di azioni e al controllo della società. Molta gente pensava che i de Carvalhos avrebbero venduto Heineken ma una vendita non è nei piani. Si sono fatti avanti August Busch, il rampollo della dinastia Anheuser-Busch (proprietari del marchio Budweiser) e SABMiller, ma le riposte dell’ereditiera sono sempre state: “no”. Tra gli obiettivi di De Carvalho c’è sempre stato quello di ridurre la burocrazia (tanto che sull’Italia, tra tasse e lungaggini, sono da sempre moto critici). «È bene muoversi rapidamente e investire per crescere. Se non si cresce, si inizia a morire», ha sempre detto Michel. Quattro anni fa, l’azienda ha vinto una battaglia di acquisizione per l’Asia Pacific Breweries, la società di Singapore quotata che possiede il marchio Tiger. De Carvalho ha definito la trattativa per APB «una delle più dolorose esperienze degli ultimi anni”.

Spazio alle donne
Il consiglio aveva approvato un accordo qualche anno prima quando Heineken avrebbe potuto comprare l’azienda per circa la metà del prezzo dei 4,6 miliardi di dollari che in ultima analisi ha pagato. “Sono sempre frustrato, ha fatto sapere, senza nascondere di sentire il pesante carico di responsabilità che il suocero gli ha trasmesso, ovvero quello di gestire la dinastia. “Una delle cose che mi spinge ad andare avanti è il pensiero che in qualsiasi momento, anche ora, c’è qualcuno pronto a fotterci l’azienda, non appena dovessimo abbassare la guardia, anche solo per un attimo”. Il banchiere, in altre parole, finora sembra in grado di mantenere il patto. L’azienda punta anche molto sulle donne tanto che Laurence Debroux è la prima donna gfo della società. “E poi c’è mia moglie, che è riuscita a diventare una vera donna business, ha avuto coraggio ed è finalmente uscita dall’anonimato”, ha concluso l’imprenditore banchiere e marito di una ricca ereditiera.

Francesca Vercesi

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