Se non ora, quando?

Tra i temi più ricercati in rete dagli italiani ci sono gli immobili: nel corso dell’ultimo anno, per ogni 100 volte in cui “casa” è stata inserita in Google, le parole lavoro, calcio e referendum sono state digitate soltanto rispettivamente 73, 77 e 10 volte. Il dato secondo cui oltre il 60% del patrimonio privato è attualmente investito in case conferma che quello immobiliare continua a essere un settore trainante della nostra economia.

Paese di proprietari
L’Italia è storicamente un Paese di proprietari: circa il 74% degli Italiani possiede infatti la propria abitazione; dato confrontabile solo con Grecia e Spagna, mentre i restanti paesi europei mostrano tassi di possesso molto più bassi (intorno al 50-60%).
Il triennio 2016-2018 si presenta come un periodo di crescita delle transazioni favorito da una certa stabilità dei prezzi nei primi due anni e da una risalita dei valori a partire dal 2018. Compravendite e prezzi seguiranno una tendenza che vedrà la crescita delle prime e una sostanziale stabilizzazione dei secondi, che torneranno ad aumentare solo nel 2018. In altri termini al “surriscaldamento” della domanda seguirà il “riscaldamento” dei valori, destinati poi a ritornare a seguire un trend congruente con quello di lungo periodo. Si stima, infatti, che i prezzi, dopo aver chiuso un ciclo ritornando ai valori segnati alla fine degli anni ’90, possano segnare un nuovo massimo intorno al 2024 superiore a quanto mai raggiunto in precedenza.

Condizioni irripetibili
Per quanto riguarda il comparto residenziale si assisterà a un aumento delle compravendite fino al 2018. Per quanto riguarda i prezzi, continuerà la contrazione dei valori nel 2016 e nel 2017 di poco più del 2%, per tornare in campo positivo nel 2018. Sostanziale la differenza tra il comparto del nuovo e quello dell’usato: per il residenziale usato assisteremo, infatti, a una sostanziale tenuta dei valori a fronte di una maggiore vivacità degli scambi nel 2016, con un incremento dei prezzi al 2018 e una contestuale successiva stabilizzazione delle compravendite. Per il nuovo, invece, ci sarà stabilità di transazioni e prezzi per il 2016, e una ripresa dei volumi scambiati e dei valori nel 2018.
Ma è questo il momento giusto per fare investimenti immobiliari redditizi in Italia? Il 2017, potrebbe essere l’anno buono per fare il grande passo: sia che l’idea sia quella di acquistare un immobile per abitarvi, sia per fare un investimento immobiliare, l’andamento del mercato e, in generale, dei prezzi sembra suggerire che siamo in una fase positiva per trovare occasioni a prezzi contenuti.
Se volete investire nell’immobiliare, dunque, questo sembra essere il periodo buono per una serie di ragioni:
• Il mercato immobiliare va a cicli e, nel lungo periodo, cresce sempre. L’ultimo picco si è registrato a metà dei primi anni 2000, prima di giungere ai livelli odierni. Per queste situazioni eterogenee oggi, o forse fra qualche mese, toccheremo il picco peggiore poi, per forza di cose, i prezzi saliranno;
• Nei prossimi anni aumenterà l’erogazione di mutui da parte delle banche: questo ce lo fa pensare il Qe della Bce. L’immissione di denaro ha proprio come obiettivo quello di far scendere i tassi dei mutui. Con ogni probabilità riprenderanno a concedere mutui a tassi più accessibili, quindi aumenterà la domanda di persone pronte a comprare casa.
• I timidi segnali di ripresa economica potrebbero far crescere la domanda: abbiamo un concetto di crescita economica leggermente diverso dalla media ma, laddove il PIL dovesse ritornare a crescere, è inevitabile che ci saranno più persone disposte ad acquistare. Più ce ne saranno, più chiaramente l’asticella del prezzo degli immobili si alzerà.

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