La fragilità del private equity italiano

Nonostante il momento positivo per i mercati finanziari internazionali, c’è un’ombra che pesa sul private equity italiano. A sollevare la questione è oggi Enrico Silva, private equity leader per l’area mediterranea di EY. Con un intervento su MF, l’esperto ricorda che il mercato nazionale si è messo alle spalle la fase più difficile. Così ad esempio il numero di investimenti dei fondi operanti in Italia, che aveva toccato il minimo nel 2013, a poco meno di 70 operazioni, è cresciuto fino a 110 nel 2015, e nei primi tre trimestri del 2016 sono stati conclusi circa 70 affari, in attesa dei numeri del quarto trimestre, che generalmente conta un numero elevato di transazioni.
L’inizio del 2017 si presenta ancora molto dinamico, aggiunge Silva, anche se un punto
di attenzione c’è: una percentuale piuttosto elevata di società sta facendo fatica a raggiungere i budget del 2016, e la debolezza del current trading ha impedito di finalizzare
alcune operazioni già ben avviate. Fattori che potrebbero indicare l’avvicinarsi di nuvoloni per il settore.

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