Nessuna spesa è folle

Nessuno come lui ha saputo descrivere l’opulenza dei salotti, il fasto delle vesti, l’abbondanza dei cibi, lo splendore delle feste, la luce degli argenti, e via via, gonfiando gonne, tende e aiuole, fino alla pesantezza delle maniglie. Ciascuna immagine dei suoi numerosissimi film racconta una cura costante per il dettaglio, anche quello nascosto, meglio ancora se nascosto, con una prodigalità che sembra inseguirlo anche fuori dal set, rintracciabile nell’eleganza dei gesti e degli abiti, e in quel modo di parlare rotondo, tornito, con piccole frasi che sembrano gioielli.
A 88 anni ancora smaglianti, la valigia sempre pronta e la casa di Manhattan sempre piena di amici, James Ivory resta il più europeo dei registi americani anche ora che è un po’ stanco di girare e che, il cinema, vorrebbe vederlo comodamente in poltrona, in qualità di giurato al Festival di Venezia.
“Ci sono stato molti anni fa e mi sono divertito tantissimo – dice – mi piacerebbe che mi invitassero di nuovo”. L’autore di film candidati a grappoli di Oscar – otto quelli per “Camera con vista”, nove per “Casa Howard”, altri otto con “Quel che resta del giorno” – Leone d’argento a Venezia con “Maurice”, trenta pellicole alle spalle, un’adorazione per Henry James e un senso viscerale del bello, ha molte fame, tra cui quella – che non sorprende – di non badare a spese.
Il suo rapporto con il denaro?
So che le persone pensano che io non sia attento ai soldi, ma in realtà non è così. O almeno, dal mio punto di vista non è così. È tutto relativo.
In che senso?
Nel senso che ho una bellissima casa a New York e che questa casa mi costa molto. Solo di riscaldamento, sono 10 mila dollari. Sicuramente è una cifra molto alta e infatti i miei amici mi chiedono come faccia a spendere tanti soldi solo per riscaldarla, mentre non capiscono che spendo per il mio piacere personale.
Da ragazzo era un risparmiatore? Ha qualche ricordo?
Ero molto libero, nel senso che non faticavo ad avere del denaro in tasca in quanto i miei genitori mi hanno sempre dato quello che chiedevo. A un certo punto, verso i 14 anni, mio padre mi consegnò un libretto degli assegni. Era divertente perché quando entravo nei negozi o al ristorante potevo staccare un assegno, così. Ha avuto un padre molto generoso… In realtà credo che me l’abbia dato perché imparassi a gestire il mio denaro e a risparmiare.
Ricorda una spesa folle?
Penso che una spesa non sia mai folle in assoluto. È folle solo se si ti rendi conto che quello che hai comperato è sbagliato o se comperi per ragioni sbagliate.
Ad esempio?
Ho acquistato vestiti che poi non mi andavano bene. O meglio, in negozio mi piacevano molto ma poi, una volta arrivato a casa, non avevano più a che fare con me.
Solo vestiti?
Sì, in realtà non credo di aver fatto grossi sbagli con le mie spese.
Oggi cosa compra?
Oggi mi piace collezionare vecchie fotografie, mobili per la casa, antichi e nuovi, dipinti. Vestiti non più.
Cos’è per lei l’eleganza?
Ci sono molti tipi di eleganza. C’è quella dell’animo, quella del vestire, di muoversi. Quando c’è, la riconosco subito.
Un’attrice elegante?
Non posso dirlo, altrimenti tutte le altre mi chiedono perché non ho fatto il loro nome. Jane Fonda ha detto che per essere in buona forma ci vogliono buoni geni e un sacco di soldi? Cosa ne pensa?
Personalmente sono fortunato perché non ho mai avuto malattie. Non ho mai fumato, non bevo, mangio sano e soprattutto dormo bene. Quindi non mi costa molto, in nessun senso. Certo, il tempo passa e ogni tanto mi capita di entrare in un ristorante e di vedere un vecchio signore riflesso nello specchio. Dopo un attimo mi accorgo che sono io.
A cosa serve il denaro?
È utile per molte ragioni. Sicuramente a me serve per il gasolio, ma anche per comprare le uova, o per cause che riguardano la beneficenza o per aiutare l’arte.
Ad esempio?
Sono membro onorario della Fondazione Venetian Heritage, che si occupa di reperire fondi per la salvaguardia dei monumenti veneziani. Sono il testimonial della nuova Ala Samsung alle Gallerie dell’Accademia e ho lanciato una raccolta fondi per acquistare un’opera di Giorgio Vasari che, nei secoli, era stata portata via da Venezia ed era finita all’asta a Londra.
Quanto costa un litro di latte?
Un gallone costa circa due dollari, ma non lo bevo molto spesso.

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