Voluntary disclosure: si cerca lo sprint finale

I grandi studi di tributaristi sono pieni di faldoni. Gli ultimi giorni per aderire alla voluntary disclosure bis (la scadenza è fissata per il 31 luglio) saranno verosimilmente frenetici, anche se appare ormai certo che non verrà raggiunto l’incasso di 1,6 miliardi di euro messo in conto dal Governo a inizio anno.  Voci di mercato danno come più probabile che l’asticella si fermi alla metà. A quel punto scatterebbe  la clausola di salvaguardia inserita nella manovrina di primavera, che prevede di allargare i confini della rottamazione delle liti per reperire maggiori risorse.

Intanto l’Agenzia delle Entrate ha fornito gli ultimi chiarimenti per aderire al provvedimento, stabilendo tra le altre cose la detraibilità delle imposte pagate all’estero sui redditi esteri di lavoro dipendente e di lavoro autonomo, anche nell’ipotesi di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi ovvero di omessa indicazione, nella dichiarazione, dei redditi in questione. Coloro che presentano istanza di accesso alla nuova procedura di collaborazione volontaria sono esonerati dagli obblighi dichiarativi in materia di monitoraggio fiscale, relativamente allo scorso anno.

Intanto cresce la pressione dei controlli. La Guardia di Finanza ha messo sotto la lente  a 9.953 conti, per un totale di oltre 6,6 miliardi di euro, aperte presso il Credit Suisse . Si tratta di un procedimento legato a una vecchia indagine che ha già consentito di identificare per adesso quasi 3.300 posizioni che sono già state oggetto di contestazione da parte del fisco, con la riscossione di imposte e tasse per 173 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Milano va avanti da tempo e ha già portato al patteggiamento del gruppo Credit Suisse in relazione a una sua responsabilità riguardo al reato di riciclaggio.

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