Private banker, ecco quanto guadagnano

Ottobre: il primo semestre sembra uno sbiadito ricordo, così come le ferie estive, ma forse è il caso di fare un primo bilancio delle novità che stanno apparendo all’orizzonte per il wealth management in Italia e all’estero. Si parla sempre più di ricambio generazionale, di necessità di ampliare e mutare le proprie competenze, soprattutto se si riveste un ruolo apicale in
 una rete, mentre si analizzano i trend e le prospettive per quanto riguarda la raccolta netta e il flusso commissionale, anche in vista dell’entrata in vigore a inizio 2018 della Mifid 2, che comporterà una progressiva maggiore trasparenza in tema di costi dei servizi offerti alla clientela e di contenuti dell’attività di consulenza finanziaria. 
La tendenza, come più volte ricordato su BLUERATING, è nel senso di un consolidamento delle reti, anche a seguito dei mutamenti in atto nel settore bancario italiano, e in un numero più ridotto di livelli manageriali. I manager rimarranno comunque un ruolo importante, per poter svolgere al meglio il quale occorrerà puntare su capacità di relazione e di supporto derivanti
 da una maggiore autorevolezza anziché che da una presunta autorità del ruolo stesso.
 Per il momento il mutamento 
in corso dei profili manageriali
e in generale di private banker
 e consulenti finanziari non 
sembra aver prodotto un parallelo mutamento delle politiche remunerative. Secondo quanto emerso dall’edizione 2017 della Hays Salary Guide, dedicata 
ai principali trend nel settore
 del recruiting e alle politiche retributive attuali, oltre che ai processi di selezione del personale, nel settore banking chi ricopre la figura del private banker (che resta la più ricercata in assoluto) si può aspettare “ottime retribuzioni”, con una retribuzione fissa (escludendo dunque bonus o componenti salariali variabili)
 che varia dai 45mila euro per figure con 2-5 anni d’esperienza,
 ai 75mila per chi ha 5-10 anni
di esperienza, fino ad arrivare ai 100mila euro per chi è nel campo da oltre 10 anni. Sempre secondo Hays, nel settore banking le funzioni di vendita legate all’asset management possono invece guadagnare, mediamente, attorno ai 50mila, 70mila e 95mila euro l’anno in base all’esperienza pregressa (sempre considerando solo la componente fissa).
 Nel caso infne delle gure legate alle “classiche” attività di banca retail, i gestori privati debbono accontentarsi di guadagnare 35mila, 45mila e 55mila euro fissi a seconda dell’esperienza maturata; va meglio ai gestori corporate che mediamente portano a casa dai 50mila ai 65mila per arrivare no a 75mila euro l’anno, sempre in base agli anni di esperienza e senza considerare eventuali bonus o componenti variabili.

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