Credit Suisse, Thiam non molla

“È un privilegio essere al timone del Credit Suisse e sono qui per restare”. Tidjane Thiam (nella foto), amministratore delegato della seconda banca elvetica non ha alcuna voglia di mollare, come dimostra la frase pronunciata nel corso dell’intervista al quotidiano svizzero Finanz und Wirtschaft.

Alla domanda su come immagina la banca fra cinque anni, il top manager si è mostrato ottimista, sottolineando che la fase della pulizia dei conti (che dura dal 2015) è finita e ora arriva il momento di svoltare. L’esercizio 2017 si è chiuso con a una perdita  di 983 milioni di franchi svizzeri (851 milioni di euro), in calo rispetto ai -2,7 miliardi di franchi dell’anno precedente.  Il gruppo finanziario elvetico ha superato l’obiettivo di riduzione dei costi, portando la sua base di costi operativi a 17,7 miliardi di franchi. Il 2017 è stato il secondo anno di una riorganizzazione triennale delle attività della banca per concentrarsi sulla gestione patrimoniale rispetto al merchant banking.

“Si è trattato di un anno cruciale nella realizzazione del nostro piano triennale”, ha sottolineato  Thiam.  Per poi ricordare che la società è impegnata anche sul fronte del rilancio del business.  La cura dimagrante in termini di organico riguarda soprattutto la Svizzera, con 1.600 uscite già approvate entro fine 2018 (finora è stata concessa una buonuscita in grado di coprire la somma dovuta fino all’età pensionabile a chi ha almeno 58 anni).

Il numero uno del gruppo si è poi soffermato sul tema delle retribuzioni alla prima linea dirigenziale: “Coloro che si comportano bene dovrebbero essere ricompensati. Quando si tratta del compenso del top management, spetta al consiglio di amministrazione decidere in merito. Non voglio commentare prima della sua decisione, che sarà annunciata dal consiglio a tempo debito”.

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