Come i consulenti italiani usano gli ETF

Lo sviluppo da parte degli Advisory Desk di portafogli modello misti in fondi ed ETF ha aumentato anche in Italia la familiarità con alcune delle tecniche maggiormente utilizzate, riassunte di seguito:
Portfolio completion
Gli ETF possono essere combinati con i fondi comuni per coprire aree geografiche, settori o altre caratteristiche mancanti nella parte di portafoglio allocata in investimenti attivi.
Beta adjustment/ Risk smoothing
L’introduzione in portafoglio di un ETF o di una loro combinazione può contribuire a gestire la componente tattica di portafoglio, per prendere posizioni di breve termine sul mercato. In alternativa, possono essere costruite posizioni più strategiche che affianchino gli ETF a fondi attivi, con l’obiettivo di contenere la volatilità di lungo periodo. Queste strategie consentono agli investitori di correggere eventuali squilibri nell’asset allocation, intervenendo sul Beta: ad esempio, si potrebbe affiancare un ETF ad un gestore con stile di gestione difensivo per aumentare il Beta in uno scenario rialzista; in alternativa, si potrebbe abbinare un ETF Minimum Volatility, che ha un beta molto ridotto rispetto all’indice di riferimento, ad un fondo con bias su aziende small cap, con l’obiettivo di ridurre il rischio complessivo di portafoglio. Ancora una volta è possibile modulare anche il livello di complessità di queste strategie, agendo su driver indiretti come fattori, settori, regioni o capitalizzazioni.
Core – satellite
Nell’ambito di queste strategie gli ETF possono rappresentare sia la porzione core che quella satellite del portafoglio. Nel core sono sempre più impiegati per esporsi a mercati efficienti in modo strategico, nel satellite su mercati di nicchia o non replicabili da gestori attivi, o per gestire la porzione tattica con temi specifici di mercato (es. private equity, property, energy, etc.).

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