Fondi, così investe il migliore di Wall Street

Wall Street ha il fiato corto: da inizio anno guadagna solo due punti percentuali o poco più (dati aggiornati a inizio luglio). Pesano le incertezze sul piano geopolitico, il rischio sempre più concreto di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i suoi partner, i dubbi sulla traiettoria dell’inflazione, che a un certo punto potrebbe costringere 
la Federal Reserve di Jerome 
Powell ad accelerare il percorso di normalizzazione della politica monetaria, attraverso nuove strette sui tassi e un contestuale ridimensionamento del bilancio dell’autorità monetaria. Quello ottenuto dalla piazza americana è però un buon risultato nel panorama dei mercati finanziari, visto che Londra (-1%),Francoforte (-4,4%), Tokyo (-4,3%) e Shanghai (-15,7%) sono tutti in rosso, con sfumature più o meno intense. 
In ogni caso, le performance a 12 mesi appaiono più incoraggianti per la borsa statunitense, a quota +12,6%. Come si sono comportati i money manager specializzati sul listino a stelle e strisce? Nella media, i 290 strumenti censiti da Morningstarhanno sottoperformato l’indice di oltre tre punti, appesantiti dalle commissioni e penalizzati da scelte di portafoglio non ottimali. I migliori gestori, però, sono riusciti a catturare valore, con rendimenti a un anno che superano 
il 31% nel caso dell’US growth fund
 di Morgan Stanley I.F., in testa alla classifica delle performance a 12 mesi per la categoria azionari Usa. Analizzando le scelte allocative del team di manager (che comprende sei professionisti, Dennis Lynch, David Cohen, Sam Chainani, Alexander Norton, Jason Yeung e Amistead Nash, tutti con una robusta esperienza nell’industria del risparmio, compresa tra 18 e 30 anni)
 si evidenzia un sovrappeso sul settore tecnologico, che rappresenta il 43,3% del portafoglio, oltre tre punti sopra il benchmark di riferimento. Non a caso, nel perimetro dell’S&P500, il comparto IT ha guadagnato più di tutti gli altri settori, con un risultato del 32% a 12 mesi, seguito da consumi discrezionali (23,8%), energia (19,1%), servizi finanziari (10,4%), materiali di base (9,4%) e cura della salute (7,5%). A sua volta, l’healthcare è il settore con il maggiore sovrappeso nel fondo di Morgan Stanley (21,8% contro il 12,48% dell’indice), mentre l’industria è nettamente sotto-rappresentata (4,8% contro il 12,2%). Il titolo che pesa di più nel portafoglio, con il 9% (dato al 31 maggio) è Amazon, protagonista di un rally da quasi 80 punti percentuali negli ultimi 12 mesi. Nella top five compaiono anche Veeva Systems, (5,3%), Twitter (5,28%), Facebook (5,20%) e Illuminia (5%), mentre Alphabet (la holding cui fanno capo tutte le attività di Google) e Starbucks si collocano rispettivamente in ottava (4,86%) e decima posizione (4,7%). I primi dieci titoli valgono oltre metà del paniere che è concentrato su sole 35 posizioni, a indicare un approccio selettivo dei gestori.

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