USA, i timori di Geithner affondano Wall Street

Il senato ha approvato il nuovo piano di aiuti da 838 miliardi di dollari al settore finanziario, che vanno ad aggiungersi ai 700 miliardi del Tarp definito sotto la presidenza Bush, tuttavia lo scarso livello di chiarezza sull’utilizzo dei fondi ed il pessimismo del segretario al tesoro Timothy Geithner hanno causato un nuovo crollo di Wall Street

Con i fondi stanziati verrà costituita un’aggregator bank con un capitale inizialmente di 500 miliardi, elevabile fino a 1.000 miliardi, a partecipazione pubblica e privata, per l’acquisto degli asset tossici e illiquiditi ancora presenti nei bilanci delle banche, ma non sono stati chiariti i punti cruciali quali il prezzo relativo alla cessione degli asset, così come il vantaggio che avrebbero i capitali privati a partecipare all’operazione. Si è parlato di un prezzo minimo al di sotto del quale, a sostegno dei capitali privati, subentrerebbe una garanzia statale, ma il progetto è ancora in fase di definizione.
 Saranno aumentate le risorse del progetto Talf ed un piano di sostegno per la casa, ma anche in questo caso non sono stati comunicati i dettagli.

Pesano inoltre le dichiarazioni di Geithner, che ha parlato di un sistema finanziario che sta lavorando contro la ripresa, non supportando a sufficienza il settore reale con un’adeguata attività di finanziamento, di una settore pubblico che, senza gli aiuti dei privati, non dispone di risorse sufficienti per arginare la crisi, che definisce lunga e difficile, ma soprattutto una sensazione di scarsa chiarezza e visioni non univoche nell’amministrazione Obama.

A fronte del ritardo nella presentazione del piano risulta poco comprensibile la scarsa chiarezza, interpretata nel modo peggiore da Wall Street che ha chiuso in calo di quasi il 5 per cento, con il Dow Jones sotto i 7.900 punti, appesantito dai titoli del settore bancario; Bank of America (-19,3%) Citigroup (-15,19% ), Goldman Sachs (-7,65%), Jp Morgan Chase (-9,75%), Morgan Stanley (-11,94%), Wells Fargo (-14,22%), ma ancora peggio è andata agli istituti di minore dimensione; Huntington Bank (-24,9%), Regional Financial (-30,17%) e Suntrust Bank (-27,17%).

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