Jackfly e l'avvocato

JACKFLY (61a  Puntata)

Milano, Studio legale Pracchi
Ore 15.00 del 25 settembre

Ecco, diciamo che prendere appuntamento con il più quotato lavorista di Milano ti era sembrata un’idea brillante. In fondo, questa è gente che con questo tipo di problemi ha pratica. Avresti potuto rivolgerti a Céline, forse, ma dopo la scenata di quella sera vi siete rincorsi con il preciso scopo di non acchiapparvi mai. Le volte che tu l’hai chiamata sul cellulare lei non ti ha risposto. Lei ti ha chiamato quando sapeva che avresti avuto il cellulare spento. Tu a casa sua non sei andato, autogiustificandoti che senza avvertirla non ti sembrava corretto. Lei non ti ha mandato un’e-mail e non si è fatta mai vedere al baretto. Del resto, tu al baretto ci sei passato soltanto davanti, dando una sbirciata di fretta, ma badando bene a non farti vedere, in modo da poter dire che tu c’eri stato, era lei che non c’era…

Insomma, dall’avvocato ci sei andato da solo. Il nome già ce l’avevi, è una delle prime cose che ti insegnano al corso di sopravvivenza nella giungla d’asfalto: tieni sempre a mente il nome di un buon avvocato del lavoro. Il signore è anziano, ne deve aver viste tante. È pieno di cause e può vederti di sabato, solo trenta minuti. Gli racconti il fatto, a modo tuo, con tutta la passione che senti dentro di te. Lui non si scompone. Ti consiglia di lasciare la Nattan.

«Lasciare la Nattan? Così, su due piedi? Ma cosa dice? Devo proprio rimanere in mutande?»
«Mi scusi, mi faccia capire: quanto perde del suo reddito non facendo più il reclutatore e l’area manager?»

«Almeno il settanta per cento.»
«E con l’ufficio com’è messo?»
«L’ho già lasciato. Mi sono trasferito a casa mia.»
«Vede che in mutande c’è già? La questione è molto semplice. Lei deve sostenere che, di fatto, la Nattan l’ha licenziata, impedendole di fare il suo lavoro. Ma se quel lavoro continua a farlo è come se accettasse le condizioni impostele dalla Nattan. E quindi vede che la sua posizione perde forza.»
Ti senti sui carboni ardenti, Jack. Questo ti propone di saltare dalla padella nella brace. I contatti per cambiare lavoro, d’accordo, li hai avuti. Ma ancora non si è concretizzato nulla. Che fai? Molli gli ormeggi e chi s’è visto s’è visto o ci pensi su? L’avvocato vede che friggi e ti tende una mano.

«Ascolti, La Mosca, ci pensi bene. Io parto dall’ipotesi che lei mi abbia detto la verità e che abbia tutte le ragioni. In Italia ci sono nove milioni di processi in corso. Per i processi civili, la media di attesa prima di una sentenza è dieci anni. Qui a Milano una causa di lavoro è relativamente veloce ma ci vorranno comunque almeno tre o quattro anni. La sua banca ha tutta la convenienza di aspettare, perché tra l’altro metterà a bilancio una cifra che rappresenterà ipoteticamente l’eventuale perdita sotto la voce “oneri preventivi”, su cui non paga le tasse. Lei ce l’ha tutto questo tempo a disposizione? È sicuro di riuscire a fare il suo lavoro con la stessa concentrazione sapendo che ha una causa in corso? Non è che alla fine pur di tirarsene fuori si accontenterà delle briciole, facendo un nuovo regalo alla sua banca? Vede, alle banche non conviene quasi mai negoziare, anche quando hanno torto marcio. Se non gli fai causa, ci guadagnano. Se gli fai causa, pure.»
Sei un po’ agghiacciato, eh, Jack La Mosca?

«E allora?» fai con un filo di voce.
«Allora non potrebbe evitare di far causa e cercare un accomodamento bonario? Magari lei rinuncia a qualcosa, si mostra, che so, dispiaciuto dei malintesi e cerca di riottenere la sua mansione. Sa, glielo dico perché, oltre a tutto questo che le ho già detto, una causa presenta comunque anche altri rischi.»
«Di che genere?»
«Di tutti i generi. Lei potrebbe non avermi detto la verità, e quindi la Nattan potrebbe avere in mano prove schiaccianti sul suo conto. Oppure, nonostante tutto, il giudice potrebbe decidere che avevano il diritto di toglierle l’incarico. A quel punto, essendosi licenziato, potrebbe essere costretto, per di più, a pagare la penale. Lei ce l’ha un milione di euro?»
«Sa che la stessa domanda me l’ha fatta proprio l’avvocato Sturli quando ho firmato il contratto? Ma chi vi credete di essere, voi avvocati? Non potete togliere mica la dignità alla gente e guadagnarci pure.»

Calma, non ti incavolare. Qui si sta parlando per il tuo bene.
«Comunque, sì che ce l’ho un milione di euro. Poi, cosa dovrei fare? Andare dai quei figli di puttana a implorare: vi prego, vi prego, lasciatemi il mio ufficetto, sono stato cattivo, non lo farò più? Vaffanculo a tutti.»

«Ehi, La Mosca, stia calmo. Non si permetta.»
«Scusi, ha ragione, non ce l’ho con lei. È che questa faccenda mi umilia. Mi hanno buttato fuori senza il minimo rispetto da una banca in cui ho lavorato per dieci anni. E questo non lo tollero.»
«Sì, la capisco, ma guardi che la collera non è il miglior consigliere. Potrebbe peggiorare le cose.»
«Perché insiste nel cercare di dissuadermi? Non mi vuole come cliente?»
«La voglio solo se è lei a volerlo. Solo se ne è convinto veramente, a mente fredda. Perché da questo momento in poi dovrà affidarsi a me, senza colpi di testa.»
«D’accordo.»
«Bene. A questo punto mi dica solo questo: la Nattan può dimostrare che lei ha fatto concorrenza sleale? Ci pensi bene prima di rispondere.»
«No.»
«Allora, ascolti il mio consiglio. Faccia un ultimo tentativo di mediazione con la Nattan e poi, se non ottiene nulla, si licenzi e torni da me che stendiamo l’atto di citazione in giudizio.»

..continua…                    leggi le puntate precedenti          

*tratto dal romanzo JACKFLY 
(www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)

 

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