Jackfly, non ti resta che lottare da solo

JACKFLY (69a  Puntata)

Giovanni prende la lettera con due dita. È come se temesse che anche solo toccarla gli procurerà un nuovo dolore. Ma, al tempo stesso, ne è attratto. Apre la busta, con cautela, ne estrae un foglio e comincia a leggere.

 “Ingegner La Mosca, per evitare che mi portino via la casa non mi resta che uccidermi: ho quattro assicurazioni sulla vita, qualcuna pagherà! Non abbandoni Giovanni a se stesso. È un bravo ragazzo e potrebbe aver bisogno di un padre meno fallimentare di me. Non so perché lo chiedo proprio a lei… forse per darle una grana, forse perché vorrei che, in qualche modo, lei fosse obbligato a risarcire la mia famiglia e me per il male che ci ha fatto. Addio”.

Alla fine solleva gli occhi e li rivolge a te che sorridi. «Voglio occuparmi di te, Giovanni, seguendo il desiderio di tuo padre. Non penso minimamente di colmare il vuoto che lui ha lasciato, ma ve lo devo.»

Giovanni rimane in silenzio. Ha ancora la lettera in mano e si morde le labbra, incerto. Tu continui: «E poi anch’io sono nei guai, e proprio a causa della Nattan. Ho bisogno del tuo aiuto. So che sei un genio dell’informatica e vorrei che mi aiutassi a decrittare certi messaggi della banca. Se mi aiuterai farai anche qualcosa di molto concreto per onorare la memoria di tuo padre. Ti prego: accetta il mio aiuto e offrimi il tuo».

Giovanni ti risponde sprezzante: «E in che modo, aiutando lei, onorerei la memoria di mio padre? Pensi che fino a cinque minuti fa ero convinto che il modo migliore per farlo sarebbe stato ammazzarla».

«Non sono stato io a uccidere tuo padre, credimi. Io lo stimavo. È stato il sistema a stritolarlo, e la Nattan è una banca spietata, indifferente alle persone, rivolta solo al profitto a tutti i costi, passando sopra tutto. Questa banca, oggi, è disposta a qualunque cosa pur di ottenere i suoi obiettivi. Ma voglio ostacolarla. Voglio cercare di ridare un po’ di giustizia in questo mondo… Non so se puoi credermi. Ti chiedo soltanto di mettermi alla prova. Voglio dimostrarti sempre di più che sono dalla tua parte.»

Ora, Giovanni sembra disorientato: «Sempre di più: perché ha detto sempre di più?» Dal tuo volto, Jack, trapela imbarazzo, sorpresa: «No, niente, non so». Un ragazzo non sa tenersi dentro tanta tensione senza lasciarla trasparire. Ora Giovanni è in tensione. Finché, all’improvviso, ha come un’illuminazione: «È lei, per caso, che mi fa arrivare ogni mese millecinquecento euro?»

Jack, ora cosa fai, cosa dici? Non rispondi. Lo guardi negli occhi e ripeti: «Giovanni, ti prego: accetta il mio aiuto e offrimi il tuo». Evidentemente non è la mossa giusta. Giovanni arrossisce, gli vengono le lacrime agli occhi ed esplode: «Prima ha ucciso mio padre. Ora vuole comprare l’impunità con il denaro. Vada via di qui, mi fa schifo!»

Ti si avventa contro e ti spinge fuori di casa. E tu? Tu cerchi di placarlo, cerchi di fermare la sua furia, di non perdere il controllo.

«D’accordo, me ne vado. Ma tu pensaci. Cerchiamo di dare un senso alla morte di tuo padre.»

..continua…                    leggi le puntate precedenti          

*tratto dal romanzo JACKFLY 
(www.jackfly.netdi Nicola Scambia (www.nicolascambia.net)

 

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