Promotori, il plurimandato non è necessario

Ragionare sul futuro della professione e sostenere l’attività dei promotori finanziari attraverso l’incontro/confronto tra professionisti. Con questi obiettivi si sta muovendo il Comitato Regionale Anasf in Calabria.

Il prossimo 27 marzo infatti Il Comitato regionale ha, infatti, organizzato un seminario di approfondimento su “Prospettive di cambiamento del ruolo dei promotori finanziari: i requisiti di qualità della consulenza”.

«Oltre a dare ai soci presenti, una panoramica sul mercato, a cura di JPMorgan, e di analizzare l’attività svolta da Anasf negli ultimi mesi, Progetica, con Gaetano Megale ci illustrerà, all’interno di uno scenario di cambiamento del ruolo del pf, attraverso l’adozione del servizio di consulenza, quali dovrebbero essere le azioni da adottare nei confronti del cliente, per fornire un servizio efficiente e coerente rispetto alle soluzioni adottate; cosa si aspetta il cliente da un servizio di consulenza, le implicazioni deontologiche e di responsabilità del promotore finanziario» sottolinea Renato Pustorino, coordinatore regionale Anasf.In realtà la decisione di attuare questo seminario è scaturita dal fatto che il Comitato ha sentito la necessità di offrire ai colleghi uno spaccato di quello che dovrebbe essere il futuro professionale.

Un futuro che per l’esperto richiede: «Ancora maggiore specializzazione e preparazione e cambiamento di atteggiamento nell’approccio al cliente ovvero, da addetti alla vendita di servizi finanziari a gestori di fiducia e mezzi finanziari tout court» precisa Pustorino.

E sull’idea che molti professionisti stanno avanzando ossia il fatto che prendendo spunto da quello che sta accdendo nel mondo assicurativo, si dovrebbe parlare di plurimandato anche per i pf, il coordinatore regionale di Anasf riflette: «Il pf, grazie alla struttura del proprio mandato, si troverà ad essere sempre più canale preferenziale per le scelte di investimento/risparmio delle famiglie e delle imprese. Oggi qualunque pf è in grado di comporre portafogli di investimento che hanno una visione a 360° sull’offerta presente nel mercato grazie alla configurazione di architettura aperta, adottata da ormai la totalità delle mandanti. Ciò rende inutile, a mio avviso, la forma giuridica del plurimandato».

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