Banche – Mazzotta invoca l'intervento della Consob

Protagonista della trasmissione Partita Doppia, trasmessa ieri da Class Cnbc ed attualmente in replica, è stato Roberto Mazzotta, presidente uscente di BPM ed attualmente candidato alla rielezione con una propria lista, caldeggiato dai soci non dipendenti.

L’ex presidente focalizza l’attenzione sul ruolo della Consob in queste elezioni, auspicandosi un intervento di questa nel possibile collegamento tra la lista dei dipendenti soci degli Amici di BPM, il cui candidato è naturalmente [p]Massimo Ponzellini[/p], e quella dei soci-pensionati, il cui candidato alla presidenza è Franco Del Favero. A completare il quadro delle liste, per completezza, v’è poi “Change”, la lista che propone la candidatura di Antonello Polita (articolo).

Mazzotta invita la Consob ad avvalersi di tutti gli strumenti a sua disposizione al fine di svolgere la propria indagine. Come sottolineato dal candidato della lista non dipendenti, la Consob ha acquisito dal cda di BPM gli elenchi degli iscritti all’Associazione Amici ed all’Associazione Pensionati. Mazzotta e la sua lista potranno solo limitarsi a prendere atto delle decisioni che l’Autorità di Sorveglianza prenderà, non potendo lui stesso svolgere tale indagine, in quanto presidente. A tal proposito, la Consob ha fatto sapere che vigilerà non solo sulle possibili comunioni tra le liste, ma che continuerà a monitorare la situazione, anche dopo l’assemblea del 25 aprile.

Dall’intervista di ieri, ne emerge lo spirito di battaglia di Mazzotta: “se i dipendenti soci intendono proseguire nel rapporto clientelare tra i diversi sindacati, allora optino pure per la candidatura di Ponzellini, se, invece, intendono risanare la Cooperativa e liberarsi da questi vincoli, facciano un voto di libertà rinnovando la fiducia verso di me”. Questo il pensiero dell’ex presidente di BPM.

Proprio lui, in occasione della partnership con Bper (si veda l’articolo “7 anni in BPM”), fu contrastato dalla cooperativa all’ultimo momento, per un progetto che avrebbe portato BPM ad essere la quarta banca del Paese e con un’assemblea davvero in mano ai soci. Proprio per questo motivo, il piano di Mazzotta fu “quasi boicottato” dall’assemblea, per evitare che questa perdesse il proprio potere dominante.

Qualora il 25 aprile Mazzotta non dovesse risultare vincente alle votazioni, l’ex presidente proseguirebbe comunque la propria battaglia all’interno di BPM anche come consigliere – come dichiarato -, al fine di difendere la Banca dallo strapotere delle Associazioni.

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