La giustizia beffa promotori finanziari e vigilanza

La giustizia italiana vanifica la vigilanza della Consob. Il continuo lavoro dell’autorità di vigilanza volto a sospendere e radiare dall’albo dei promotori finanziari le poche pecore nere della categoria viene purtroppo reso inutile dalla giustizia ordinaria. L’ultimo caso eclatante riguarda Felice Spagnuolo.

Per molti neofiti dell’ambiente il nome non dice nulla, ma per i più informati il nome Spagnuolo va riemergere una delle più grandi truffe del settore. L’ex-pf, oggi sessantenne, tra il 2001 e il 2004 raggirò oltre trenta risparmiatori intascando quasi due milioni di euro (1.700.000 euro per essere precisi, 3 miliardi delle vecchie lire).

La Consob non perse tempo e, dopo aver sospeso l’allora pf residente a Torino nel 2005, a seguito delle indagine svolte deliberò il 4 aprile 2006 la sua definitiva radiazione evitando così altri danni per la clientela.

Fin qui la giustizia dei promotori finanziari. Poi la palla è passata alla giustizia ordinaria e con i tribunali e le leggi italiane è arrivata la beffa (sia per i risparmiatori truffati, sia per i pf che ogni giorno dimostrano la loro professionalità con serietà e onesta).

Grazie a un adeguato patteggiamento Spagnuolo è riuscito ad ottenere una condanna di tre anni, nove mesi e dieci giorni, più una multa di ben 800 euro (niente in confronto ai 2 milioni di euro bruciati al casinò di Saint Vincent dall’ex-pf). E dopo il patteggiamento, a completare la beffa, è arrivato l’indulto. Grazie alla legge 241/2006 Spagnuolo torna “Felice” e in libertà.

Ai risparmiatori rimane la speranza che il processo civile porti a un risarcimento dei danni. Ai pf onesti la rabbia per la mancanza di una punizione esemplare.

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