Consulenza finanziaria a rischio isolamento

Emanuele Maria Carluccio risponde all’articolo Indipendenza e promotori finanziari non vanno d’accordo a firma Cesare Armellini e invita il presidente di Nafop a un confronto pubblico. Bluerating.com raccoglie l’invito di Carluccio e propone una tavola rotonda tra le associazione dei consulenti finanziari e dei promotori finanziari per riflettere sul futuro delle due professioni.

Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Emanuele Maria Carluccio e Cesare Armellini:

Cari lettori di Bluerating.com, il tema della consulenza indipendente merita qualche riflessione che è difficile confinare alle poche righe di un articolo.

Tenterò, comunque, di chiarirne i tratti essenziali soprattutto per sottolineare, in primo luogo, in cosa debba consistere questo servizio per poi interrogarsi su chi sia in grado di erogarlo. Penso che nessuno possa negare – al di là delle definizioni più puntuali previste dal legislatore europeo o nazionale – che, nei fatti, è consulenza indipendente quel servizio offerto ai clienti in un contesto che non solo si caratterizzi per la totale assenza di conflitti di interesse, ma anche per l’offerta del miglior mix di prodotti (sia per ampiezza della gamma, sia per numerosità e qualità elle controparti coinvolte) resi accessibili al cliente al minore costo possibile.

E’ evidente, quindi, che la consulenza indipendente è un servizio prezioso che, in quanto tale, va tutelato e protetto in ogni modo possibile e, al tempo stesso, reso disponibile alla stragrande maggioranza degli investitori.
Proprio prendendo le mosse da queste considerazioni, non vedo di buon grado il tentativo di isolare intellettualmente la consulenza indipendente all’ambito – più o meno ristretto – dei consulenti indipendenti persone fisiche e/o delle srl di consulenza. E’ la qualità del servizio in sé che dovrebbe animare il nostro dibattito e non, piuttosto, l’individuazione del soggetto abilitato/autorizzato all’erogazione dello stesso. Del resto, l’“isolamento del servizio” in capo a pochi soggetti causerebbe il rallentamento del suo sviluppo, in quanto il successo della consulenza indipendente sarebbe irrimediabilmente legato al coraggio degli attori finanziari (promotori inclusi) di abbandonare ruoli ed organizzazioni strutturate.

E, ancor più grave, questo “isolamento del servizio” finirebbe con l’etichettare banche e SIM (e, conseguentemente, le loro reti di promozione) come alcove di conflitti di interesse. Se il “popolo degli investitori” recepisse questo messaggio, le stesse banche e SIM non sarebbero nemmeno incentivate ad alimentare, al proprio interno, una riflessione e un dibattito finalizzati a mettere in discussione le correnti pratiche per verificarne i possibili spazi di miglioramento. Anzi, questi attori diventerebbero i maggiori oppositori del servizio con il risultato finale di trasformare l’isolamento del servizio in una vera e propria “riserva indiana”.

Ecco perché, per il bene dell’investitore, non ritengo corretto “mettere bandierine” su un servizio di tale natura, lanciando giudizi tranchant che negano aprioristicamente il diritto legittimo di sviluppare un servizio scevro da conflitti di interesse e con una gamma amplissima di prodotti. E, personalmente, ribadisco che precise regole interne, controlli adeguati, auspicabilmente anche da parte delle autorità di vigilanza, possono assolutamente permettere a banche e a Sim di sviluppare un servizio indipendente poi erogato anche attraverso l’attività dei promotori finanziari (pur non essendo abituato ad autocitarmi, rinvio all’articolo sul numero di Advisor di maggio a pagina 48 per una chiara esemplificazione di quanto appena sostenuto).

Mi congedo, invitando il dott. Armellini ad un colloquio pubblico nel quale sarò lieto di dimostrare che una Banca/Sim  PUO’ sviluppare un servizio di consulenza indipendente.

Emanuele Maria Carluccio – Presidente di Benchmark and Style srl

 

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