Promotori Finanziari – Mps Banca Personale premia Candotti

Claudio Candotti, 41 anni, romano, gestisce un portafoglio tipico di un operatore del private banking. I suoi clienti sono prevalentemente privati con patrimoni di rilievo e istituzionali. Alle spalle ha 16 anni di intensa attività: ha mosso i primi passi come promotore in Prime Consult Sim, è cresciuto in Banca Generali, si è specializzato in Unicredit Xelion e si è consolidato professionalmente in Mps Banca Personale, tanto che questo mese è indicato come il top promoter della società. Lo abbiamo raggiunto per capire come ha fatto a contraddistinguersi.
 
Quali prodotti ha maggiormente collocato nell’ultimo trimestre?
L’attività del primo trimestre si è concentrata sulla riallocazione degli asset obbligazionari  dei miei clienti, con la vendita di posizioni a reddito variabile per puntare decisamente sul fisso. La ricca liquidità dei portafogli è stata investita in particolare in obbligazioni governative e corporate in Euro. Sfruttando la forte svalutazione del mercato dei corporate bond è infatti possibile cogliere eccezionali opportunità per creare asset di valore e ad alto rendimento. Quanto agli strumenti, la preferenza è andata a fondi, Sicav, Etf e singoli titoli: Carmignac Patrimoine e Securite, Schroders Euro Corporate Bond, Invesco Euro Corporate Bond, Ishares Euro Corporate Bond, obbligazioni come Rapsol, S. Gobain, France Telecom, G.E., Morgan Stanley, Citybank, Fiat.

Quali ritiene possano essere i plus forniti dalla sua attività, visto il risultato positivo?
Il plus più importante credo sia stato l’essere riuscito a dare chiari e semplici indicazioni operative ai miei clienti per affrontare l’incertezza e la paura che  hanno travolto i mercati, ma anche indicazioni di investimento che oggi assicurano ottimi rendimenti e rischi impliciti molto bassi.

Che consigli si sente di dare ai colleghi anche di altre reti per ottenere ottimi risultati di raccolta?

A mio parere questo è il momento giusto per “andare sul mercato”, cercando di svolgere un’attività di pura consulenza sul portafoglio dei clienti. Dopo quanto è successo, si è tutti concordi sul fatto che devono essere verificati nuovamente gli obiettivi di investimento ed i profili di rischio di tutti i clienti e riproposte analisi di asset allocation e di qualità degli  asset finanziari detenuti per migliorare il rapporto rischio-rendimento  dei portafogli analizzati. A questo punto è possibile decidere le tattiche e le strategie di gestione per riassettare in breve tempo i portafogli. Solo riuscendo a fornire consulenza noi promotori possiamo raggiungere importanti obiettivi di raccolta, non certamente andando a vendere prodotti.

Quali sono le domande che più frequentemente le rivolgono i suoi clienti?
In questa particolare fase di mercato ho affrontato con i miei clienti principalmente il tema del credit crunch, la capacità delle autorità finanziarie e dei vari governi di intervenire per salvare o sostenere chi era in difficoltà, le iniziative intraprese e i tempi di emergenza finanziaria che avremmo dovuto affrontare. Ho fatto mia la tesi che il mondo, dopo il grave errore commesso su Lehman Brothers, avrebbe salvato comunque e a qualsiasi costo se stesso. Di conseguenza ho suggerito di evitare fughe improprie ed intempestive.

Per alcuni la professione del promotore sembra essere giunta al capolinea, lei invece che sentore ne ha?
No, niente capolinea. Tutt’altro! Penso che proprio oggi questa professione possa iniziare effettivamente a dare valore aggiunto al sistema del risparmio in Italia. L’evoluzione da promotori di prodotti e servizi finanziari a consulenti finanziari, la necessità di rivoluzionare alla base il rapporto con il cliente costringerà ognuno di noi ad alzare il livello qualitativo del servizio offerto, e di conseguenza la nostra professionalità. Chi non saprà quindi adeguare il suo livello di preparazione ai nuovi, crescenti standard richiesti dal mercato, verrà tagliato fuori dalla professione. In questo percorso è fondamentale, per noi professionisti, poter contare oltre che sulla preparazione personale anche su sofisticati strumenti di analisi e monitoraggio dei portafogli, del livello di rischio e della qualità dei prodotti finanziari utilizzati nell’attività di consulenza.

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