Credit Suisse, regina delle IPO in Cina

Doerig, presidente di Credit Suisse dallo scorso aprile, vede grandi possibilità di crescita in Cina soprattutto nelle attività di investment banking e Merge & Acquisition.

Del resto la seconda banca elvetica è uno dei player più accreditati nelle operazioni di Ipo di aziende cinesi. Negli anni passati infatti CS ha portato in borsa colossi del calibro di China Construction Bank (operazione da 9,2 miliardi di dollari) e nel 2006 ha progetto l’Ipo del colosso Industrial and Commercial Bank of China, la più grande Ipo di tutti i tempi finora. In futuro dovrebbe continuare il lavoro di quotazione in Borsa e la prossima candidata è Agricultural Bank of China (ABC) che si appresta a sbarcare sulle piazze di Hong Kong e Shanghai.

Secondo Doering, una delle strategie del gruppo è proprio quella di essere coinvolti nelle maggiori operazioni di IPO così come in passato. Di recente per esempio, CS ha aiutato Changyou.com a quotarsi alla Borsa americana: il sito di gambling online è così diventato la prima azienda a quotarsi sul listino statunitense dall’agosto del 2008.

(Nella foto il giorno della quotazione di Changyou.com alla Borsa di Wall Street)

Oggi CS è presente in Cina con tre joint venture: Credit Suisse Founder Securities, ICBC Credit Suisse Asset Management Limited e China Renaissance Capital Investment, nessuna delle quali però offre servizi bancari per il mercato retail. “Non abbiamo in tensione di sviluppare una rete di sportelli per il mercato retail in Cina, per lo meno fino a quando non avremo una base depositi adeguata – spiega Doering  alla ABC – per ora il maggior contributor rimane l’attività di investment banking ma vediamo grandi spazi anche nell’M&A, trade finance e private banking”.

Sul fronte espansione, CS non prevede di acquisire nessuna azienda importante in futuro: secondo il presidente della banca infatti “ingrandirsi tramite un’acquisizione non è sempre la scelta migliore. Fondere insieme due entità che non sono complementari sarebbe disastroso” dice il top manager. Detto questo esiste la possibilità di mettere a segno piccole operazioni, complementari al business senza stravolgerlo, sono possibili: “se non guardassimo alle buone occasioni che ci si presentano non faremmo il nostro dovere” ha detto Doerig.

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