Assicurazioni – Qbe Insurance pronta ad aprirsi ad altri segmenti del ramo danni

Protagonista di un’ampia riorganizzazione a livello distributivo, che ha portato – con la fine del 2007 – a unificare sotto il marchio QBE le attività precedentemente svolte da Limit, Ensign, MBP e DA Constable Syndicate 386, il gruppo assicurativo australiano QBE Insurance ha chiuso il 2008 con un utile netto di 1,859 miliardi di dollari australiani, in calo del 3,5% rispetto all’utile del 2007.

A partire dai primi anni ’90 QBE, ha iniziato ad operare in Italia in regime di libertà di prestazione di servizi e nel 2007 ha consolidato la sua presenza nel Paese con l’apertura della rappresentanza generale guidata da Piero Asso.

L’offerta di QBE in Italia si compone di una varietà di prodotti legati a una pluralità di classi di rischio, tra cui responsabilità civile verso terzi e dipendenti, responsabilità civile prodotti, incendio/furto e altri danni ai beni, danni indiretti e responsabilità di aziende sanitarie.

«Nella sanità operiamo dal 2002 e siamo tra i leader del mercato, avendo ormai maturato un’esperienza distintiva», racconta Piero Asso rappresentante generale per l’Italia. “E’ un mercato difficile, che richiede competenza, specializzazione, solidità finanziaria. Le compagnie sono chiamate a comprendere rischi complessi e a prestare un’assistenza costante e tempestiva lungo l’intera durata della copertura”.

QBE si sta aprendo anche ad altri segmenti. «Continueremo a operare nel settore sanitario, ma non mancheremo di cogliere le opportunità che si stanno aprendo nei rami elementari RC Generale e Property. Le imprese stanno acquisendo consapevolezza dei propri bisogni assicurativi e non guardando soltanto il costo della polizza. La domanda è più selettiva. C’è attenzione alla qualità del servizio e alla capacità tecnica delle compagnie. E si guarda anche alla loro solidità finanziaria»  continua Asso. «QBE pensa di essere attrezzata per dare alle imprese una risposta adeguata a queste nuove domande» precisa il rappresentante generale per l’Italia.

Particolare attenzione dovrà essere prestata ai broker. Gli intermediari, infatti, sono i protagonisti del cambiamento che il mercato sta affrontando, consulenti informati, attenti e vicini alle esigenze delle imprese possono favorire l’incontro tra domanda e offerta permettendo alle compagnie di produrre soluzioni che non privilegino il solo aspetto economico ma, soprattutto, il valore aggiunto di una consulenza personalizzata.

«Abbiamo scelto di lavorare con i broker – spiega Asso – perché crediamo che possano efficacemente tradurre le esigenze delle imprese in domanda assicurative e, dunque, assistere noi e i nostri clienti in un percorso di reciproca comprensione».

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