L'Antitrust boccia anche la "nuova intesa" di Credit Agricole

E’ di settimana scorsa la notizia del nuovo accordo di consultazione tra Generali e Credit Agricole sul 10,9% di [s]Intesa Sanpaolo[/s]. Come riportato da Bluerating (“Nuova intesa Generali-Agricole”), il patto triennale ha l’obiettivo di “valorizzare al meglio le partecipazioni da esse detenute in Intesa San Paolo”, tuttavia escludendo dalla consultazione prevista dall’accordo, quelle materie che lasciavano adito a concorrenza.

L’Antitrust, però, la cui commissione è guidata da [p]Antonio Catricalà[/p], appunto presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha bocciato nuovamente tale operazione, ritenendo, come spiega una nota, che “tale nuovo accordo non ottempera alla condizione di garantire la necessaria indipendenza tra Crédit Agricole e la nuova banca”. In sostanza, il nuovo patto di consultazione preventiva non garantisce la terzietà di Credit Agricole rispetto ad Intesa Sanpaolo.

Per questi motivi, l’Autorità ha esteso il procedimento di inottemperanza già avviato lo scorso maggio per l’accordo originale, anche al nuovo patto. Credit Agricole, quindi, continua a non rispettare l’impegno assunto di ridurre la propria partecipazione in Intesa Sanpaolo sino al 2%, in maniera tale da restare estranea alla governance della banca.

Nel prendere la propria decisione, l’Antitrust ha “considerato che tale nuovo accordo è volto, tra l’altro, ad assumere e disciplinare impegni di preventiva consultazione, con l’obiettivo di preservare ed accrescere nel tempo il valore delle rispettive partecipazioni in Intesa Sanpaolo, a “definire e attuare una posizione e/o una linea di condotta comune in relazione a determinate materie strategiche e che il perseguimento dell’obiettivo dell’accordo avverrà anche attraverso i componenti del Consiglio di Sorveglianza e del Consiglio di Gestione di ISP designati dall’una o dall’altra di esse, i quali avranno facoltà di partecipare agli incontri tra CA e Generali e ne considereranno l’esito al fine dello svolgimento dei propri incarichi”.

L’intenzione di Credit Agricole è quella di considerare come partecipazione finanziaria quella del 5,8% in Intesa Sanpaolo, perché se CA vendesse le proprie partecipazioni contabilizzerebbe a bilancio una svalutazione di circa 2 miliardi di euro. L’Autorità, però, considera come strategica la partecipazione della banca francese.

Nonostante una “linea più morbida” su diversi punti rispetto al “vecchio” accordo, quindi, l’Antitrust continua a ritenere che i requisiti di indipendenza e terzietà non siano ancora rispettati.

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