Poste Italiane vs Promotori. Una sfida a colpi di sim

La notizia è passata quasi in sordina. Come un annuncio qualunque di un traguardo qualunque: PosteMobile, società del gruppo Poste Italiane, operativa sul mercato della telefonia mobile dal novembre del 2007, ha tagliato l’importante traguardo del milione di sim vendute.

Fin qui nulla di particolare. Anche perché, vi starete chiedendo, per chi si occupa di consulenza finanziaria e risparmio gestito (o amministrato) che rilevanza può avere una notizia di questo tipo? All’apparenza, effettivamente, nessuna.

Ma andiamo più nel dettaglio del comunicato che nel mese di luglio ha annunciato questo importante traguardo.
“La ‘rivoluzione’ commerciale e tecnologica della SIM PosteMobile è basata sull’integrazione tra servizi di telecomunicazione e servizi di pagamento, ciò che ha reso il cellulare non solo un più conveniente mezzo di comunicazione ma anche un vero e proprio portafoglio elettronico” si legge nella nota diffusa dalla società. “Il successo di questa intuizione è testimoniato dai numeri: oltre l’80% delle persone che hanno scelto PosteMobile ha infatti deciso di associare alla SIM il proprio strumento di pagamento (conto corrente BancoPosta e/o carta PostePay)“.

Ovvero offrendo una sim telefonica, che consente (per ora) di pagare dal cellulare bollettini di conto corrente, spedire telegrammi, effettuare bonifici, trasferire denaro da e verso carte Postepay, controllare il credito residuo e ricaricare la sim addebitando l’importo della ricarica sullo strumento di pagamento associato alla sim; controllare il saldo e gli ultimi tre movimenti del conto corrente o della Postepay associati alla SIM, Poste Italiane si è assicurata ben 800.000 clienti tra correntisti e sottoscrittori di PostePay. 800.000 clienti ai quali è possibile offrire, a poco a poco, ben altri servizi finanziari: buoni fruttiferi, libretti postali, mutui e, perché no, anche qualche bel fondo. Tanto il compito più difficile, ‘catturare e fidelizzare” il cliente, è stato raggiunto con una semplice “sim telefonica”.

Non solo. Da pochi giorni è anche possibile pagare con un sms il parcheggio dell’auto. Naturalmente, purché la sim di PosteMobile sia legata ad un conto corrente BancoPosta o a una carta PostePay.

Proprio diversi mesi fa (articolo Promotori finanziari – Il sogno di lavorare in Posta), con molta ironia, vista la profonda crisi del risparmio gestito e del sistema finanziario in generale, proponevamo ai pf di candidarsi per un posto sicuro nelle care vecchie Poste Italiane che sfruttano gadget telefonici per attirare potenziali investitori di età compresa tra i 25 e i 45 anni (è questo l’identikit di circa 500.000 clienti di PosteMobile) e per attirare l’attenzione dei cittadini stranieri (circa il 15% del totale della clientela della società). Entrambi target appetibili anche per le reti di promozione finanziaria.

Oggi ci ritroviamo a constatare che quella strategia di marketing si è rivelata vincente e ha consentito a Poste Italiane di avvicinare un bacino di potenziali investitori con un semplice “colpo di telefono”. Certo, qualcuno potrà obiettare che i clienti di BancoPosta non sono gli stessi potenziali clienti dei promotori finanziari, ma su 800.000 clienti qualcuno appetibile anche per i pf di sicuro c’è.

Alla fine i pf dopo aver combattutto con le novità della MiFID e dopo aver combattutto (battaglia ancora in corso) con le conseguenze sorte dal fallimento di Lehman Brothers, sono ora costretti a competere anche con le sim (telefoniche) di Sarmi. Le Poste, più che un sogno, stanno diventando un incubo.

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