Banche – Estate bollente per il gruppo Intesa

Intesa Sanpaolo fa ancora parlare di sé. Ma questa volta l’attenzione sarebbe puntato verso la fondazione. Infatti anche in quest’estate afosa Corrado Passera ha poco da stare tranquillo. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano Libero la fusione con Sanpaolo farebbe ancora parlare.

Il pomo della discordia è ancora una volta il management. L’accusa “made in Torino” è che la prima linea di manager sia tutta targata Passera: dal direttore generale Francesco Micheli a Mario Ciaccia, fino a Gaetano Micciché che gestisce la divisione corporate.

E oltre questo malumore la questione più urgente riguarda la cessione imposta dall’Antitrust della quota dei francesi del Credìt Agricole. La cessione infatti potrebbe essere “adoperata” dalle fondazioni e dai torinesi per un rimescolamento delle carte nell’azionariato della banca.

Il quotidiano Libero cita che: «il segnale potrebbe derivare dallo strano attivismo di Angelo Benessia, presidente della Compagnia San Paolo, che recentemente ha aumentato di quasi il 2% la quota nel capitale di Intesa diventandone con quasi il 10% l’azionista di maggior peso. Una mossa onerosa, per le casse della Compagnia, ma necessaria per contare di più. Magari in vista di possibili ritocchi al sistema di governance della banca che, secondo Benessia, funzionerebbe meglio con un consiglio di sorveglianza composto soltanto dai principali azionisti e un consiglio di gestione formato esclusivamente da manager. Sulla sua strada Benessia starebbe cercando di portare anche altri soci: dai francesi del Crédit agricole a Mediobanca, fino alle Generali. Il messaggio è lo stesso per tutti: in casa Intesa è arrivato il tempo di una svolta. In questa operazione la Compagnia può, inoltre, già contare su un alleato naturale: il presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, che controlla meno del 5% ma ha sempre fatto da regista per gli altri enti più piccoli»

Sicuramente un buon 15% del capitale di Intesa sta insomma scaldando i motori in vista di un possibile blitz d’autunno. E in attesa di un cenno dall’Antitrust che dovrà decidere a settembre. Si scaldano i motori.

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