A Wall Street non si compra morale

Per uscire dalla crisi a Wall Street ci si da alle innovazioni speculative di “malafinanza”. Vittime questa volta del profitto senza scrupoli sono gli anziani e i malati.

La notizia, apparsa sul quotidiano Repubblica, denuncia la nuova tendenza di Wall Street a mettere le mani sulle polizze vita stipulate in modo che il premio accumulato sia pagato ai familiari sopravvissuti al titolare del contratto assicurativo.

Il periodo di crisi, come da copione, fa da complice agli speculatori senza morale. Le difficoltà economiche spingono spesso l’assicurato ad incassare il premio da vivo, magari per far fronte al costo esorbitante delle spese mediche, vendendo anticipatamente la polizza a terzi come previsto dal contratto.
Gli acquirenti comprano quindi la polizza ad un prezzo scontato rispetto al premio finale, diventando titolari del contratto assicurativo. Alla morte dell’assicurato il subentrato può riscattare il premio per intero, ricavando spesso un guadagno del 60%.
Ovviamente il profitto di un simile investimento dipende dalla morte dell’assicurato; prima passa a miglior vita e prima la vita del subentrato migliorerà di qualità.

Finora questo tipo di transazione avveniva con un contatto diretto fra l´assicurato e l´investitore, ma ora Wall Street ha trovato il modo di costruirci un nuovo business, organizzando una rete di scambi tutelati dall’intermediazione di un gruppo finanziario, che compra le polizze scontate cedute dagli anziani e dai malati bisognosi di incassare subito il premio e li colloca sul mercato.
L´incognita di rischio sta solo nella valutazione della longevità dell’assicurato.
Quando si dice “giocare con la morte”.


Commento: le cessione di un contratto prevede il trasferimento di diritti a fronte del pagamento di un prezzo…il problema morale è che la prestazione viene pagata solo in caso di morte dell’assicurato? spero non sia questo il problema morale sennò le polizze puro rischio dovrebbero essere state bandite 30 anni fa. Il problema vero è che spesso, come al solito, chi vende determinati prodotti enfatizza i rendimenti e non sottolinea i rischi (defaults delle compagnie)…questo è il problema morale vero . Ciao .Giorgio

Risposta: Il problema “morale” che l’articolo vuole portare in evidenza è inerente al fatto che le speculazioni sulle polizze vita non siano più basate su contratti stipulati in maniera personale tra l’assicurato e il compratore, ma che alle spalle vi siano gruppi finanziari che hanno creato un macabro business andando a caccia di assicurati ritenuti “a basso rischio” e convincendoli a vendere.  La questione morale non è certo focalizzata sulla natura della polizza che, come puntualizza giustamente lei, è così da 30 anni. Grazie. G.B   

Commento: ottimo articolo, scritto con lucidità senza cadere nel patetico..purtroppo però il mondo moderno è pieno di speculazioni e quella descritta è solo una delle tante..

Risposta: Grazie. Mi trova concorde con lei. Infatti altro non ho potuto fare se non trattare la notizia con un tocco d’ironia. G.B

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