Banche: assomigliano sempre più ai fondi

È tornata di moda la tendenza speculativa che un anno fa ha provocato il crack finanziario.
Le banche mondiali, più che svolgere attività di credito per finanziare imprese e famiglie, sembrano invece più interessate a speculare sui mercati.
L’attacco giunge dal quotidiano Sole 24 Ore che, analizzando i bilanci di dodici fra i più grandi istituti bancari americani ed europei, ha riscontrato ricavi alle stelle non derivati da attività strettamente bancarie. A monte di questa attività di mercato vi sarebbe la responsabilità delle Banche Centrali.

L’enorme quantità di liquidi immessa nel mercato per sostenere e salvare gli istituti di credito ad un passo dal fallimento ha infatti raggiunto quote mai viste. Questa abbondanza di liquidità a bassissimo costo sulla piazza ha facilitato e incoraggiato investimenti speculativi, permettendo il rally di tutti i mercati e quindi guadagni per tutti i trader.
Insomma le banche hanno utilizzato gli stanziamenti governativi per acquistare e vendere titoli.
In particolare si riscontra una tendenza, che è annoverata tra le cause dell’ultima crisi, di approfittare di tassi a breve termine bassissimi per realizzare guadagni facili sul mercato dei titoli si Stato. Le banche hanno ricavato miliardi di dollari con strategie short/long; prima finanziandosi a breve termine per poi investire a lungo termine.
Dalle ricerche sono emersi guadagni che superano i 30 miliardi a trimestre, e i ricavi non derivati dalla attività bancarie quest’anno hanno sfiorato il 60% degli utili totali dei grandi istituti bancari.

Oggi su tutti i mercati mondiali le banche assomigliano più ai fondi che non ad istituzioni creditizie e, sebbene questi alti ricavi e rally positivi infondano fiducia e ottimismo, c’è il rischio concreto che un domani i profitti si trasformino in eccessi, e questo tipo di manovre speculative portino infine ad un nuovo crack finanziario.

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