È avvenuto in una banca di Milano il primo rimpatrio di capitali; 20 milioni di euro in contanti, prelevati dal conto svizzero e trasportati dentro una valigetta. Così si è avviata la manovra Scudo Fiscale; un rientro dalla frontiera svizzera con trasporto al seguito, senza intermediari, il capitale depositato in Italia direttamente presso lo sportello di una filiale bancaria.
Sebbene le previsioni diffuse qualche giorno fa da “Plus 24”, riguardo la concentrazione regionale in Lombardia dei rimpatri, siano per ora confermate, la partenza dello scudo è lenta e circoscritta a pochi casi, più fiacca che nelle precedenti edizioni.
Presso le banche milanesi si lamenta infatti una generale carestia di adesioni e di richieste d’informazioni, e i primi sondaggi tra gli operatori del settore fanno registrare un afflusso di domande per il rimpatrio decisamente inferiore alle edizioni del 2001 e del 2003.
Pare che chi volesse rimpatriare capitali l’abbia già fatto nelle precedenti edizioni e che, coloro che non l’hanno ancora fatto, saranno più difficili da convincere nonostante la tempesta sollevata dal governo Italiano e dall’Unione Europea, con le liste dell’Ocse, lo scambio d’informazioni e i vari provvedimenti presi.
Qualcuno a Milano ha dato la colpa al maltempo ma, pioggia o non pioggia, la partenza dello Scudo rende difficile credere nei pronostici che prevedevano un afflusso di 5 miliardi di euro nelle casse statali.