Ocse; come stanno le banche?

Se i rapporti diffusi dalla Bce e dalla Commissione Europea hanno diffuso una ventata di ottimismo e fatto tirare il fiato ad operatori e risparmiatori, ci pensa l’Ocse a ridipingere il quadro con tinte più fosche.

Secondo l’organizzazione parigina, infatti, le banche europee non si troverebbero al sicuro, fuori dalle cattive acque della crisi, ma persisterebbero in uno stato d’incertezza in balia della corrente.
L’allarme lanciato dall’Ocse sottolinea la necessità di nuove azioni d’intervento e stress test rigorosi, in modo da accertare con chiarezza le condizioni ed esigenze del capitale di ogni singola banca. La preoccupazione si concentra infatti sull’eventuale insufficienza di fondi a disposizione degli istituti di credito nell’eventualità di dover fronteggiare ulteriori ricadute delle condizioni economiche.

Se è vero che i supervisori bancari nazionali hanno effettuato tutti gli stress test in conformità con le norme di Basilea 2, ciò che ha allarmato l’Ocse è la scarsità di documentazione prodotta nella pubblicazione dei risultati, che solo in rari casi sono stati diffusi.
Quindi la vera salute degli istituti di credito resta un mistero e questo fa passare all’Ocse delle nottate poco tranquille, tanto da suggerire ai governi europei ricapitalizzazioni bancarie, quando necessarie, e chiusura o fusione dei gruppi bancari trovati in condizioni di non sostenibilità da parte dei supervisori.

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