Promotori Finanziari – Cara Fineco, non sei indipendente

Direttamente dal blog di Nafop

Nell’ultimo decennio i risparmiatori italiani hanno dovuto fare i conti con le crisi economiche e finanziarie scaturite dalla bolla tecnologica prima e da quella immobiliare poi, e con gli scandali e i crack di Parmalat, Cirio, Argentina e Lehman Brothers, solo per citare i casi più eclatanti.

In conseguenza di ciò la fiducia e la credibilità delle famiglie  italiane nei confronti degli intermediari finanziari tradizionali (Banche, Società di Gestione del Risparmio, compagnie di Assicurazione, ecc.) hanno subito dei gravi contraccolpi. Questa situazione ha favorito la diffusione anche in Italia, sul modello dei paesi anglosassoni, della figura del consulente finanziario indipendente.

Alcuni tra gli intermediari tradizionali hanno capito i vantaggi che possono derivare dal proporsi nelle vesti di consulenti piuttosto che di distributori di prodotti e si stanno adeguando, ma è opportuno fare chiarezza sul tipo di consulenza offerta per non ingenerare delle incomprensioni nei risparmiatori stessi, soprattutto se, come nel caso di Fineco, si usa il termine indipendente come riporta testualmente il sito internet della società: “In Fineco puoi scegliere se investire da solo o con l’aiuto di un Personal Financial Adviser. Un professionista autonomo, libero e indipendente, senza vincoli di scelta, in grado di poterti consigliare i migliori fondi di tutte le marche. Farsi guidare da chi ha le mani libere è molto meglio”

E’ del tutto lecito che anche questi soggetti decidano di passare dalla mera vendita di prodotti alla consulenza, ma finchè distribuiranno i prodotti, loro o di terzi non importa, è bene sottolineare che si tratta di una consulenza in conflitto d’interessi. Ben diversa è la consulenza erogata dal Consulente Finanziario Indipendente che non svolge alcuna attività di vendita, non ha alcun rapporto con chi vende prodotti finanziari e non può ricevere alcun compenso per i prodotti consigliati. Quindi nessun conflitto d’interesse legato alle provvigioni, ma consulenza e assistenza ai clienti, nel loro esclusivo interesse. Solo questa può essere definita consulenza indipendente come già ribadito dalla Nafop, l’associazione italiana dei consulenti finanziari indipendenti: «Solo i consulenti finanziari fee only rispettano il requisito di indipendenza previsto dalla Legge; coloro che si fregiano del titolo di consulenti finanziari indipendenti ma che ricevono provvigioni sui prodotti collocati, non potranno più dichiararsi tali con la nascita dell’Albo di categoria».

Per completezza riporto l’articolo che regola i Requisiti di Indipendenza dei Consulenti Finanziari che recita così: “Per la prestazione di consulenza in materia di investimenti, gli iscritti all’Albo non possono percepire alcuna forma di beneficio da soggetti diversi dal cliente al quale è reso il servizio” (art. 5 del Decreto 206 del 24 Dicembre 2008, “Requisiti dei Consulenti Finanziari”).

Spero che questo articolo possa contribuire a sgombrare il campo da possibili equivoci in modo che il risparmiatore sia messo nella condizione di scegliere consapevolmente a chi affidare i propri interessi.

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