Ronchetti (GFK Eurisko): “Manager, ecco chi va premiato”

La figura del manager di rete sarà al centro dei Bluerating Awards, la manifestazione organizzata all’IT Forum di Rimini il prossimo 18 maggio e che premierà i migliori consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede. Quella dei manager infatti sarà una delle cinque categorie premiate e per questa ragione abbiamo chiesto un parere articolato sul loro ruolo a Nicola Ronchetti (nella foto in basso),
business director di GFK Eurisko, che sarà uno dei prestigiosi premiatori dei Bluerating Awards.

Ronchetti, dal punto di osservazione di GFK Eurisko, com’è cambiato il ruolo del manager di rete e qual è la percezione dei consulenti finanziari sulla loro funzione?

E’ indubbio che il ruolo dei manager all’interno delle reti sia cambiato in modo significativo. Dalle indagini GFK emergono chiaramente tre spiegazioni: Il crescente ruolo della tecnologia e della digitalizzazione delle comunicazioni all’interno della rete ha ridotto significativamente la necessità di intermediari fisici (i manager) tra la sede e la rete. La seconda spiegazione risiede nel naturale processo di selezione operato dagli stessi consulenti finanziari. I dati dell’ultima edizione di PF Monitor parlano chiaro: la soddisfazione verso il proprio manager di rete non è certamente esaltante.  In altri termini sono i consulenti finanziari a decretare il successo o meno di un manager e sono disponibili a riconoscerne il ruolo solo se vedono in lui un supporto reale o la statura del leader. La terza spiegazione è la naturale conseguenza delle prime due: la tecnologia e le aspettative – apparentemente disattese – dei consulenti nei confronti dei manager, sembrano aver indotto le direzioni delle reti a una razionalizzazione dei livelli gerarchici con rilevanti risparmi economici e con un controllo più diretto degli uomini sul territorio

 Con la Mifid 2 a tendere sarà ancora cruciale il loro ruolo all’interno delle Reti?

Mifid 2 porterà certamente, almeno all’inizio, un po’ di entropia e un aumento della burocrazia, delle procedure interne e quindi il ruolo di un “intermediario culturale” – il manager – tra rete e sede potrebbe essere importante: in altri termini i manager di rete che saranno in grado di dare un effettivo supporto ai consulenti finanziari saranno molto apprezzati dai loro consulenti.

 Quando un manager cambiava società, i consulenti da lui coordinati spesso lo seguivano. E’ ancora così?

Meno di una volta: quanto più il manager è espressione e rappresentante della mandante, processo che è in atto da anni, tanto più è vissuto dai consulenti finanziari come estraneo a scelte radicali come il cambiamento di società che quindi spesso subisce venendone a conoscenza a cose fatte. Inoltre oggi il reclutamento è molto più spinto su figure di bancari, spostando il target e quindi l’attenzione dei manager. Esistono però ancora manager in grado di muovere i consulenti da una rete all’altra, questi sono manager che hanno costruito la loro credibilità e reputazione negli anni e pur rappresentando la mandante, sono considerati dei veri e propri leader, non solo dei capitani ma anche dei capitani coraggiosi, in grado cioè quando è necessario di instaurare un dialogo alla pari con la mandante.

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