Scandalo derivati, arrivano 30 rinvii a giudizio

Si chiude con il rinvio a giudizio da parte del pm Alfredo Robledo di 13 indagati, 11 dirigenti bancari e 2 comunali (l’ex direttore generale Giorgio Porta ed il consulente economico del sindaco Gabriele Albertini, Mario Mauri), nonché delle 4 banche coinvolte in quanto persone giuridiche, il primo tempo del complicato scandalo derivati. L’accusa è quella di truffa aggravata su presunte irregolarità commesse nell’emissione del bond da 1,685 miliardi di euro legato a derivati sottoscritto dal Comune di Milano.

Nel 2005, infatti, l’amministrazione milanese aveva emesso un prestito obbligazionario per 1,7 miliardi di euro, insieme al quale Deutsche Bank, JP Morgan, Ubs e Depfa proposero alcuni contratti derivati, in modo da trasformare il tasso fisso in variabile, all’interno di una certa banda di oscillazione e per trasformare la scadenza unica in un piano d’ammortamento graduale. Le quattro banche, però, tramite tale operazione, hanno riportato ingenti profitti ritenuti illeciti dalla Procura di Milano, la quale ha aperto da tempo un’indagine sui danni causati al Comune milanese.

In seguito allo scandalo, in estate furono messi sotto sequestro asset, sedi e titoli degli istituti di credito coinvolti per un valore complessivo di 100 milioni di euro, in seguito al deposito in Procura di un esposto per truffa da parte del PD: in quell’occasione si scrisse di come la Procura di Milano fosse divenuto così azionista al 25% di DB, seppur non tecnicamente,  e di come gli enti bancari versarono un totale di 256 milioni di euro per riscattare sedi ed azioni sequestrate. Di fine luglio, invece, la notizia dell’invio dell’avviso di conclusione delle indagini a Jp Morgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa, atto che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura.

Ieri, tramite una nota, il centrosinistra ha comunicato che la minusvalenza causata all’amministrazione agli attuali valori di mercato, sarebbe di 174 milioni di euro. La stima è legata in parte ai derivati di credito stipulati nell’ottobre 2007 ed in parte all’eventuale rialzo dei tassi d’interesse che potrebbe danneggiare ulteriormente la politica di bilancio comunale.

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