Arpe sfida da oggi Geronzi e Braggiotti

… l’ex golden boy di Mediobanca prima, [s]Lehman Brothers[/s] poi e [s]Capitalia[/s], adesso deve affrontare la prova più difficile: dimostrare sul campo che dopo la nascita della sua investment company [s]Sator[/s], ricca di un parterre prestigioso di azionisti, è pronto per lanciare la sfida alla [s]Mediobanca[/s] presieduta dal suo ex presidente [p]Cesare Geronzi[/p] e alla [s]Banca Leonardo[/s] guidata dal suo ex collega [p]Gerardo Braggiotti[/p], entrambe in strettissima relazione con i maggiori gruppi industriali del Paese nella loro duplice veste di azionisti e clienti.

Una missione quasi “impossibile” per un banker che pure è stato uno dei “dealmaker” più brillanti degli ultimi anni (fu uno dei registi dell’Opa [s]Telecom[/s] lanciata da [p]Roberto Colaninno[/p]), ma che avendo messo le mani sulla [s]Banca Profilo[/s] in un salvataggio orchestrato dalla Banca d’Italia di [p]Mario Draghi[/p] dopo le perdite accumulate dalla gestione del fondatore [p]Sandro Capotosti[/p] (finito pure sotto processo per insider tading) da oggi si sottopone anche all’analisi di Piazza Affarie al giudizio degli investitori internazionali. Arpe, si sa, gode di ottima reputazione all’estero, forse maggiore di quella che conta nel suo Paese, come dinostra il fatto che a cavallo di Sant’Ambrogio sarà speaker a Londra in un grande convegno internazionale del “Wall Street Journal” a fianco di Draghi e [p]Alessandro Profumo[/p].

Il gusto dell’indipendenza di Arpe e la sua passione per la finanza d’avanguardia (hedge fund e private equity compresi) entrano da oggi, col marchio Profilo, nell’arena della finanza dei grandi. E’ una sfida difficile, ma probabilmente, per dirla con il filosofo e teologo inglese, il banchiere ha già in tasca una soluzione più facile di quella che si possa pensare. E si prepara ad andare in goal: proprio come gli piace fare quando gioca a calcetto.

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