2010: puntare su large cap e rinnovabili

Il 2010 si profila come un anno in cui l’economia crescerà ancora e i tassi d’interesse saranno mantenuti bassi dalla Fed e dalla BCE, anche se con interventi finalizzati alla rimozione parziale di alcune delle politiche monetarie estremamente espansive registrate negli ultimi tempi. Riteniamo che questo sia uno scenario fondamentalmente sano per le principali attività come le azioni e, seppur in misura minore, anche le obbligazioni, nonché decisamente le commodity. Ma è improbabile che nel 2010 vengano conseguiti guadagni di portata pari a quelli del 2009, a fronte peraltro di una volatilità molto pronunciata. E’ questa, in estrema sintesi, la view sul 2010 espressa da Giles Keating, responsabile Global Research di Credit Suisse. Keating, in un intervento sul sito della società, ha presentato le 10 migliori idee d’investimento per il 2010 suggerite dagli analisti di Credit Suisse, invitando, innanzitutto, gli investitori a mantenere “un atteggiamento decisamente rialzista, credo che essi debbano essere preparati a ridurre occasionalmente il livello di rischio quando i mercati inizieranno a correre troppo”.

Ma passiamo alle idee d’investimento per il 2010, iniziando dal comparto azionario. “Come posizione core, riteniamo che gli investitori dovrebbero concentrarsi sulle azioni di large cap (1) di qualità statunitensi ed europee con un’esposizione verso i mercati emergenti” ha sottolineato Keating. “Passando oltre, e assumendo un livello leggermente superiore di rischio, riteniamo ancora che gli investimenti diretti nei mercati emergenti (2) continueranno a fare bene. Questa sarebbe una seconda idea chiave. Una terza idea (3) potrebbe essere quella di concentrarsi sulle energie alternative. Riteniamo che a seguito del Summit di Copenaghen sul cambiamento climatico e del probabile aumento dei prezzi petroliferi, le energie alternative saranno un ambito d’elezione in cui investire – non a caso, si tratta anche di uno dei nostri megatrend. Infine (4), per restare nel comparto azionario, concentreremo la nostra attenzione sui titoli ciclici, come il settore IT e in parte quello dei beni di consumo voluttuari. Guardiamo inoltre con favore ad alcuni titoli di small & medium cap, che tendono a comportarsi piuttosto bene in questa fase del ciclo economico. Infine, vorrei citare le azioni value. Non credo che le banche come settore esprimeranno performance molto buone”.

Per quanto riguarda invece il reddito fisso gli analisti di Credit Suisse non prevedono grandi guadagni. L’indicazione è quella di non puntare sulle obbligazioni societarie di massima qualità (tripla A), né sulle duration più lunghe, bensì sui titoli con i livelli di rating immediatamente successivi (5): singola A, doppia B e tripla B, mantenendo le scadenze rigorosamente a breve e medio termine.

Ancora positive le previsioni sul fronte delle commodity. “Abbiamo una view sicuramente positiva (6) per i metalli industriali, come ad esempio il rame, ma anche per il petrolio e sicuramente anche per il platino. Riteniamo che tutte queste commodity abbiano il potenziale per conseguire congrui rendimenti nel 2010″ ha spiegato Keating. “(7) Il prezzo dell’oro sembra destinato a crescere ulteriormente in modo significativo, ma per gli investitori questo mercato potrebbe rivelarsi particolarmente difficile, in quanto sussiste un rischio concreto che i prezzi salgano fino a livelli insostenibili”.

Per gli amanti del real estate (8), invece, gli analisti di Credit Suisse suggeriscono di riportare, ora, gli investimenti in alcune città dei mercati emergenti dove si sta già registrando un’intensa pressione rialzista dei prezzi. “E questo trend può proseguire” ricorda Keating. “Raccomandiamo una certa esposizione verso l’immobiliare anche nei paesi sviluppati, dove crediamo che in termini generali il ciclo più lungo stia ora giungendo a un punto di svolta, come del resto è già avvenuto in alcune località”. E per gli hedge fund (9)? “In termini di stili, le performance migliori saranno probabilmente espresse dagli approcci directional ed event-driven” ha risposto Keating.

Ultimo, ma non meno importante tema, quello delle valute (10). Il giudizio sul dollaro USA rimane per Credit Suisse ribassista, anche se in modo non così netto come nel 2009. “Potrebbero verificarsi alcune forti fluttuazioni, ma crediamo che effettivamente il dollaro permarrà su livelli di debolezza per la maggior parte dell’anno” continua Keating. “Guardiamo inoltre con favore all’impiego della sterlina come moneta di finanziamento, soprattutto contro il franco svizzero. E infine, poiché la situazione complessiva nei mercati valutari (come del resto negli altri settori) risulterà probabilmente più volatile che in passato, raccomandiamo cautela nell’assunzione incondizionata di posizioni long su valute legate a commodity come il dollaro australiano contro quello statunitense. Piuttosto, è opportuno guardare a coppie valutarie insolite come una posizione long in dollari australiani contro il dollaro neozelandese” concludono da Credit Suisse.

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