Sistema bancario spaccato in due

di Alessandro Santoni

I risultati del questionario dell’ABI “EBR: Survey 2009 on Italian banks risks and trends” fotografano un sistema bancario sostanzialmente spaccato in due. Da una parte il management dei primi quattro gruppi bancari, che rappresenta quasi il 50% del sistema in termini di impieghi totali, e d’altra parte i piccoli gruppi che hanno fatto finora del loro forte radicamento territoriale un fattore competitivo decisivo.
Il management dei primi 4 gruppi bancari, da quanto emerge dal sondaggio, teme per i prossimi anni soprattutto l’eccesso di regolamentazione e l’insufficiente armonizzazione regolamentare tra paesi europei.
L’idea di vedersi imporre un aumento del limite minimo di Tier 1, oggi al 4%, senza distinguere tra i rischi insiti in modelli di business notevolmente diversi, pone molti interrogativi considerando che la natura retail delle banche italiane, e quindi il maggior assorbimento di capitale derivante dagli attivi, potrebbe seriamente svantaggiare le banche nostrane.
Di tutt’altra natura i rischi evidenziati dal management delle banche medio piccole. Quasi l’80% dei ceo dei restanti gruppi bancari teme soprattutto per i prossimi anni il deterioramento della qualità dell’attivo (contro un 25% dei ceo dei grandi gruppi).
In particolare si teme l’effetto che potrebbe avere sui conti delle banche medio piccole di un altro anno di alte rettifiche su crediti, alla luce soprattutto di una diversificazione dei bilanci comunque limitata rispetto alle banche grandi.
Il management delle banche medio piccole, in grande maggioranza, conta di superare questa fase di criticità attraverso due principali leve operative come il risparmio dei costi derivante dall’esternalizzazione dei processi, fenomeno in cui le banche italiane in generale sono in netto ritardo rispetto alla media europea, e attraverso la cessione di attività non core. Le banche maggiori al pari delle altre condividono l’esigenza di reenginering (rimodulazione) dei processi e dei prodotti.
L’evidenza comunque più interessante emersa dal sondaggio è un’altra. Il 75% dei gruppi bancari italiani si pone come obiettivo per i prossimi anni il rafforzamento delle strategie di radicamento territoriale. Se questo dato appare scontato per le piccole banche, che hanno fatto del radicamento territoriale il loro vantaggio competitivo, è abbastanza sorprendente e innovativo per i maggiori gruppi. Il fenomeno emerso recentemente negli Usa, dove le banche regionali hanno visto crollare le quote di mercato negli ultimi due anni a scapito delle maggiori banche, è un monito importante che sembra essere stato colto da tutto il sistema sia come rischio che come opportunità.

Questo e altri articoli li puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: