Le banche vogliono tornare sul territorio Ma rischia di essere solo uno slogan

di Pompeo Locatelli

…la memoria della stagione delle banche pubbliche, quando il credito veniva spesso erogato sulla base delle convenienze politiche che, per la verità, non sono scomparse con l’avvento del mercato. Ma mi sembra che la scomparsa degli steccati tra banche di investimento e banche commerciali abbia prodotto più guai che benefici. Questo sospetto ha trovato autorevole conforto nelle parole di Paul Volcker, l’ex governatore della Federal Reserve, che attribuisce ai colossi “troppo grandi per fallire” una bella parte delle responsabilità della crisi. Ma anche delle storture della ripresa: le varie Goldman Sachs o Jp Morgan trovano assai più conveniente approfittare del denaro a basso costo per speculare in prodotti finanziari piuttosto che per finanziare le imprese industriali, soprattutto quelle piccole e medie che possono garantire per prime l’occupazione. Al punto che, per invertire la rotta, lo stesso Barack Obama ha lanciato alle piccole banche, quelle che non hanno goduto dei miliardi a palate dei contribuenti un appello che ricorda da vicino le accuse di Giulio Tremonti prima che facesse la pace con Intesa e Unicredit.
In realtà, il problema esiste. E lo sanno anche Corrado Passera ed Alessandro Profumo che, al pari dei loro colleghi, continuano a ripetere di “voler tornare sul territorio” per assistere la clientela delle imprese che boccheggia. Purtroppo, però, in questi anni la corsa al gigantismo ha sconvolto le banche dalle fondamenta: per far carriera i bancari si sono trasformati in venditori con la valigetta, ansiosi di collocare l’ultimo prodotto imposto dalla casa madre: contratti derivati a copertura del rischio, polizze assicurative piuttosto che servizi di ogni tipo, anche senza tener in alcun conto le effettive esigenze della clientela.
Intanto, i funzionari capaci di seguire e consigliare le strategie adatte ad una piccola o media impresa sono stati relegati in seconda fila, in attesa della pensione. E i “vecchi” istituti a medio termine hanno ceduto il passo a merchant, private e ogni altra struttura più consona alle esigenze della grande banca universale. Il ritorno al territorio, cioè alla funzione primaria di gestire gli impieghi, rischia così di diventare un puro slogan. A meno che non si cerchi di recuperare qualche virtù del passato, cosa che non piace troppo ai banchieri di punta perché, a Milano come a Wall Street, i quattrini si fanno più in fretta con le “gestioni” che con l’industria.
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