Mario Draghi invita le banche a rafforzare i capitali, mentre dal canto loro gli istituti di credito lamentano le perdite su crediti e difendono il loro operato nei confronti delle imprese. Questi, e altri, gli argomenti di cui si è parlato ieri durante l’incontro tra il governatore e gli amministratori delegati delle sei principali banche italiane – Intesa, Unicredit, Mps, Mediobanca, Banco Popolare, Ubi – e ai vertici dell’Abi. Intanto, da Palazzo Grazioli, dove si è recato Draghi dopo l’incontro con i banchieri, si rafforza l’ipotesi di appoggiare il numero uno di Bankitalia alla corsa per la Bce.
Riconoscendo gli sforzi che gli istituti hanno fatto sul fronte del rafforzamento patrimoniale, durante l’incontro in via Nazionale Draghi ha esortato le banche a continuare su questa strada, tenendo d’occhio quello che sarà l’assetto futuro delle regole internazionali sui requisiti di capitale. Le banche hanno invece fatto il punto sulla congiuntura economica e creditizia: è vero che i problemi di liquidità sembrano superati, ma la ripresa dell’attività produttiva è ancora incerta. Sostenendo che non si può definire restrizione dell’offerta quel calo dei prestiti pari al 6-7%, i managers hanno piuttosto sottolineato che a mancare è la domanda di credito. I managers hanno fatto il punto sulla crescita di incagli e sofferenze e espresso perplessità sulla nuova regolamentazione internazionale, che potrebbe penalizzare le banche italiane sul lato fiscale.
Dopo le conversazioni con i banchieri il governatore si è recato a colloquio presso il presidente del consiglio. Oltre all’analisi della situazione economica interna e delle prospettive internazionali, i due – alla presenza del sottosegretario Gianni Letta – hanno discusso anche dell’approssimarsi del rinnovo dei vertici della Bce, in scadenza nell’autunno del 2011. La partita è certamente difficile, vista anche la forza del candidato tedesco Axel Weber. Da parte sua Draghi gode del prestigio internazionale guadagnato alla guida del Financial Stability Forum, ma visti i precedenti del governo italiano con la candidatura di Massimo D’Alema agli affari esteri dell’Ue, la sfida è tutta da giocare