Reti, tutte le novità della settimana

Settimana ricca di novità per le reti italiane, sia perché i mercati sono tornati in altalena, per il diffondersi di timori circa un effetto-domino per la crisi del debito dei paesi “periferici” di Eurolandia come Grecia, Portogallo e Spagna, sia perché due tra le principali reti italiane sono finite sotto i riflettori, sia pure per motivi molto diversi tra loro.

 

Se a inizio settimana ha tenuto banco il caso di presunte elusione fiscale di 50 PF di Banca Mediolanum, un avvenimento che ha scatenato da parte dei lettori di Bluerating.com reazioni anche colorite, col passare dei giorni l’onore delle cronache è toccato a Banca Fideuram, per il ritorno di indiscrezioni in merito ai tempi e alle modalità di una quotazione che i vertici del gruppo Intesa Sanpaolo hanno di fatto lasciato intendere sia la strada più “naturale” e conveniente di questi tempi per monetizzare una partecipazione “non strategica” rispetto al core business bancario.

 

In questo caso i promotori e consulenti che animano ogni giorno la community di Bluerating sembrano chiedersi, al di là della congruità delle valutazioni circolate (si parla di una valutazione di 3 miliardi di euro per l’intera società, di cui il 50% circa finirebbe sul mercato, ma ancora non è del tutto chiaro se nel perimetro di attività destinate al collocamento siano da ricomprendere anche quelle assicurative o meno, mentre Eurizon Capital sembra destinata a rimanere autonoma), quale vantaggio concreto potrà venire da questo ritorno sul listino per gli uomini della rete.

 

Rete che non ha intenzione di starsene a guardare ed anzi chiede ai vertici aziendali di “essere  e avere parte attiva nell’eventuale operazione di collocamento”. Operazione che per quanto legittima da parte di Intesa Sanpaolo dovrebbe rappresentare in modo chiaro “la continuità di un’azienda che ha come riferimento la centralità del proprio cliente” oltre che “l’assoluto valore intrinseco della propria rete di Private Bankers”. Sempre che i mercati, come nota qualche lettore di Bluerating.com, non tornino a remare contro, rimandando ancora una volta l’intero processo di sbarco a Piazza Affari.

 

E voi che ne pensate? Le reti distributive italiane andrebbero portate in borsa o sarebbe meglio restare di proprietà esclusiva di un gruppo bancario o assicurativo, italiano o estero? L’eventuale quotazione sul listino comporterebbe dei vantaggi per PF e consulenti, oltre che per i loro clienti? Contribuite ad animare la nostra discussione esprimendo nel weekend la vostra opinione cliccando qui 

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