Webank punta sul gestito

Lo sviluppo dell’on-line nel settore bancario ha permesso negli ultimi anni un forte taglio dei costi ed un aumento dell’offerta di prodotti e servizi, con il paradosso di aver avvicinato, invece che all’allontanato, il cliente al proprio istituto, grazie all’assistenza offerta anche negli orari di chiusura delle filiali, ed alla possibilità di eseguire direttamente numerose operazioni.
In tema d’investimenti il canale on-line aveva privilegiato, in un primo momento, i servizi di trading, per una clientela dinamica e maggiormente attenta ai costi, tuttavia l’ottima raccolta dei player storici quali Fineco, Fundstore, IWBank ed Online Sim, ha portato altri intermediati a valutare un ingresso nel settore, e tra questi Webank dovrebbe giocare nei prossimi anni un ruolo importante.

L’offerta della banca milanese si compone attualmente di 5 società prodotto, di cui 2 appartenenti a BPM, per oltre 130 fondi, tuttavia nel corso del 2010 sono previsti nuovi lanci, alla luce del crescente livello di indipendenza raggiunto; “con la recente trasformazione di Webank in banca abbiamo acquisito maggiore autonomia sulle scelte delle nuove case da collocare, questo ci consente di garantire un’offerta complementare rispetto al canale tradizionale”, come spiega Stefano Cioffi, responsabile trading e investimenti di Webank.

Nel 2009 la raccolta della banca milanese sul gestito è stata superiore rispetto ai dati riportati da Assogestioni, con una crescita del 15%, “guidata dai fondi azionari, a differenza di quanto registrato nel 2008, dove erano stati gli obbligazionari a riscontrare il maggior successo”. 
Non disponendo di una rete di promotori, “il modello di business di Webank non prevede consulenza ai clienti, ma un ufficio di assistenza, attivo anche il sabato mattina, consultabile per la risoluzione di tutte le problematiche, od i chiarimenti, tecnici ed operativi sulla piattaforma e gli strumenti offerti”.

Analizzando i dati sul controvalore degli investimenti osserviamo come “in media le operazioni si aggirino attorno ai 10.000 euro per i fondi di diritto italiano, ed una cifra leggermente superiore per quelli di diritto estero, valori inferiori rispetto a quanto registrato dal canale tradizionale”, un risultato che da una parte evidenzia come il settore on-line permetta di entrare in contatto con un target di clientela più giovane, e quindi con un patrimonio inferiore, dall’altro come, venendo meno il bisogno di recarsi in agenzia per la sottoscrizione di un fondo, il cliente è portato ad un ingresso più graduale e diversificato sui mercati. 

Le buone performance dei mercati finanziari nel 2009 hanno senza dubbio diminuito la sensibilità ai costi da parte dei clienti, tuttavia la scelta di utilizzare il canale on-line non è guidata solamente dal risparmio, ma soprattutto dalla comodità e dalla maggiore offerta disponibile, per questo anche nel 2010 il settore on-line dovrebbe continuare la sua crescita, e vedere forti investimenti, da parte di nuovi e vecchi player.

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