Lo sviluppo è “Popolare”

di Giuseppe De Lucia Lumeno

…di selezione del rischio, la mole di crediti trasformati in titoli ceduti sui mercati.
Avvenne così il tracollo del mercato internazionale dei “credit default swaps” causato per l’appunto, dai titoli americani connessi con crediti di bassa qualità (subprime).
L’economia mondiale venne così colpita dal drammatico esito finale dell’uso abnorme e malamente controllato dalla finanziarizzazione del credito.
A quasi tre anni data le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti perché i riflessi della pesante crisi hanno coinvolto anche le imprese; i risparmiatori hanno perso fiducia verso il settore creditizio e finanziario; il ciclo economico ha segnato valori negativi.
L’anno che è appena iniziato non ha ancora dissolto le nubi sulla ripresa di un ciclo virtuoso, anche se alcuni segnali lasciano trasparire un’inversione di tendenza, rispetto al recente passato.
L’esperienza vissuta ha però lascito alcuni insegnamenti che devono far riflettere i “policy maker” e il mondo accademico.
Anzitutto proprio dalla crisi è uscito vincente un modello di “far banca” che è rappresentato dalle banche popolari cooperative – i due ultimi esercizi il 2008 ed il 2009 evidenziano che queste banche hanno assolto in pieno ad un ruolo anticiclico.
Sono cioè riuscite, per la loro modalità relazionale di svolgere l’attività, a porre in essere comportamenti nell’erogazione dei crediti alle imprese ed alle famiglie tali da rendere meno gravosa la fase negativa dell’economia, contribuendo non poco anche alla difesa dei livelli occupazionali.
Secondo una stima della nostra Associazione, alla fine del corrente anno la quota di mercato del Credito Popolare in Italia supererà il 28%, contro il 26% del 2007, cioè prima dell’inizio del “default” internazionale.
Ma i segnali che la crisi ha evidenziato riguardano anche altri aspetti di diretto coinvolgimento della Categoria. Nell’ultimo biennio hanno subito una forte accelerazione l’incremento del numero dei soci, cresciuto a ritmi del 3% annuo, nonché dei nuovi clienti, che hanno riconosciuto nella “Popolare” l’essere la banca della comunità “tagliata” per le proprie esigenze, che offre un vantaggio competitivo rispetto alle banche concorrenti, assicurando nel tempo una stabile offerta di servizi bancari e finanziari.
Tutto questo si è tradotto in una crescita dei volumi intermediati. A dicembre 2009 la crescita degli impieghi si è attestata al 4,6%, evidenziando un dinamismo superiore a quello di molte altre banche e la raccolta da depositi e obbligazioni è aumentata di quasi l’11%, con i depositi a vista, in particolare, saliti di quasi 17 punti percentuali, un dato che ancora di più testimonia la rinnovata attenzione da parte della clientela verso banche che possono infondere un senso di maggiore fiducia e sicurezza come le Banche Popolari.

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