Messori accusa: Italia troppo bancocentrica

Se mi fossi ricandidato avrei avuto il 40% di possibilità di essere rieletto. Il presidente uscente di Assogestioni Marcello Messori ha così risposto ad una domanda diretta rivolta dai giornalisti nel corso della conferenza stampa in cui ha tracciato il bilancio del suo operato a capo dell’associazione. Messori, però, ha subito smorzato i toni assicurando che non ci sono stati scontri con le associate.

Semplicemente “non credo che i miei progetti per il risparmio gestito oggi siano realizzabili” ha chiarito Messori che del suo mandato, fatto di traguardi raggiunti (come ad esempio il forte lavoro svolto sul tema della formazione e che avrà il suo culmine con Il Salone della Gestione del Risparmio del prossimo 21, 22 e 23 aprile), ha voluto ricordare anche le note negative. Su tutte due. La prima riguarda la mancata parificazione fiscale. “Più volte ci siamo avvicinati al traguardo ma poi non abbiamo ottenuto il risultato sperato” ha ricordato Messori che, però, assicura, “non è per questo motivo che ho ritirato la mia candidatura”.

“Il punto cruciale che mi ha spinto a ritirare la mia candidatura” ha continuato il presidente uscente “è quello relativo al rapporto tra produzione e distribuzione”. Su questo punto Messori ha ammesso di non essere riuscito nel suo intento volto ad avviare un processo che rendesse tale rapporto più equilibrato. Il che non si traduce in una “separazione della struttura proprietaria” tra banca ed Sgr, ha chiarito Messori, ma in una serie di interventi volti a ridare al risparmio gestito il giusto peso all’interno del mondo finanziario italiano.

Il professore della Facoltà di Economia di Tor Vergata, fedele al suo stile, non ha voluto dare ricette, dal momento che non crede nell’esistenza di formule magiche, ma ha comunque esposto la sua tesi: “In Italia non c’è grande spazio per il risparmio gestito. Il rischio oggi è che questo settore sia un serbatoio che si allarga quando le banche hanno molta liquidità e si restringe quando questa liquidità manca. In questi tre anni non sono riuscito a comunicare quanto questo fosse un problema per l’Italia, né ai miei associati, né agli altri miei interlocutori. Non sono riuscito a far capire che anche per questo motivo l’Italia cresce meno”.

Alla base delle ragioni della sua non ricandidatura ci sono queste divergenze di prorità con gli associati che, ha ricordato Messori, “hanno come principale interesse la riforma fiscale”.

E adesso toccherà all’ex ministro e attuale AD di Morgan Stanley in Italia Domenico Siniscalco, unico candidato alla presidenza Assogestioni, portare a termine la parificazione fiscale tanto desiderata dalle associate.

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