PF, per fare i tangueri occorre una buona dose di autocritica

Quanto vi sentite tangueri? La domanda viene spontanea dopo aver letto il libro di Francesco Tutino (un promotore finanziario) e Fabio Boscherini (ricercatore di economia industriale), “”Il Rentista & Il Tanguero, riflessioni e suggerimenti sul Risparmio degli Italiani” (nel quale si descrivono i cambiamenti avvenuti negli ultimi dieci anni nel mondo del risparmio gestito in Italia. 

 

Nel volume gli autori ricorrono appunto alla figura del rentista (il classico risparmiatore italiano che per anni ha percepito rendite pensando di investire il denaro quando semmai lo stava risparmiando), del tanguero (il consulente finanziario che consiglia il rentista facendolo “ballare” al ritmo della globalizzazione dei mercati) e quella decisamente più inquietante del “padrone del vapore”, ovvero il sistema bancario italiano, nel suo complesso maggior detentore della totalità del denaro degli italiani.

La morale che si trae dal volume non si discosta da quanto emerso durante la discussione in atto sulle pagine di Bluerating, ossia che il settore deve cambiare, a patto che siano “cambiamenti di sostanza e non di facciata” come chiede una promotrice finanziaria da anni attiva nel settore secondo cui tali cambiamenti dovranno “ incidere non soltanto sull’attività dei promotori, ma anche su quella delle decine e decine di migliaia di dipendenti di banca che gestiscono il denaro di tutti gli italiani”. 

 

Più diretto il commento di un altro professionista, che ribatte: “Fatelo leggere a Doris questo libro” visto che secondo il nostro lettore il gruppo Mediolanum “vendeva Unit Linked caricate fino al 90% di spese, ritornando con i bonus fedeltà gli stessi soldi ai clienti”. Di comportamenti quanto meno censurabili sono del resto pieni gli annali del risparmio gestito tricolore. 

 

“Altro che spremere (i clienti, ndr) negli anni passati ti dicevano: l’importante é fare commissioni. Si organizzavano i contest, sapete chi vinceva i contest?  Chi massacrava di più i clienti” ad esempio facendo loro sottoscrivere più polizze, sottolinea un PF. Senza peraltro, conclude, che nessuno di quei “professionisti di contest” abbia mai espresso una critica al sistema.  Ben vengano dunque nuove politiche di fidelizzazione dei PF e una revisione del ruolo dei manager, ma occorrerà fare una seria autocritica anche da parte di molti promotori.

 

“Vi ricordate cari colleghi quando anni fa ci facevano fare fra di noi i teatrini fingendo la visita al cliente, sapete cosa pensavo io?Che non sapevo se facevo il PF o l’attore” ricorda un nostro lettore. Che aggiunge: “non ho mai applicato nessuno di quei metodi, sono stato sempre naturale con il cliente e nel mio piccolo ho avuto successo, il successo dell’onestà è quello di fare ciò che necessita al cliente veramente”, tutto il resto “sono state sempre balle”, “metodi per prendere per i fondelli i risparmiatori”. 

 

“Ti dicevano che una visita doveva durare massimo 20 minuti, la prima visita e poi la seconda chiusura del cliente. Io ho chiuso sempre dopo diverse visite”.  E voi, vi sentite pronti a fare i tangueri, magari dopo un po’ di autocritica se necessario? Come sempre i vostri commenti qui

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