Bankitalia, no a nuovi rischi. Permane l’incertezza

Le banche? Devono “aumentare le scorte di attività prontamente liquidabili” se vogliono contrastare la crisi. Le imprese? Devono fare i conti con un irrigidimento dei criteri per l’erogazione del credito, ma per quelle realtà che lo hanno avuto “il costo del finanziamento si è nettamente ridotto”.
A dichiararlo il vice direttore generale della Banca d’Italia, Giovanni Carosio, nel corso di un’audizione in Commisisone finanze alla Camera durante la quale non ha esitato a ricordare che l’irrigidimento dei criteri per l’erogazione del credito alle imprese “ha avuto il picco alla fine del 2008, è proseguito nel 2009 con intensità decrescente e si è sostanzialmente interrotto nel quarto trimestre”. Permangono tuttavia “difficoltà di accesso al credito”, ma per le imprese che lo hanno avuto “il costo del finanziamento si è nettamente ridotto. A dicembre il tasso medio sulle erogazioni dei crediti diversi dai conti correnti è stato del 2,2% rispetto al 4,5% di dodici mesi prima”.

Carosio ha però invitato gli istituti di credito ad “aumentare le scorte di attività prontamente liquidabili”, invitando il sistema a non abbassare la guardia: “Se da un lato il profilo di liquidità del sistema bancario appare complessivamente migliorato, anche grazie alla rafforzata azione di monitoraggio avviata dal 2007 dalla Banca d’Italia, dall’altro permangono sui mercati elementi di incertezza”

Ma il vero centro dell’audizione erano le modifiche all’accordo di Basilea 2. E proprio su questo aspetto Carosio non ha esitato nel sostenere che le modifiche all’accordo di basilea 2 proposte per rafforzare le banche di fronte alle crisi “potrebbero determinare una contrazione dei profitti delle banche”. Ma dall’altro lato “porteranno ad un contenimento dei rischi assunti”.

Il vice direttore generale di Bankitalia ha chiarito, infatti, che “prima della crisi i profitti delle banche sono stati molto elevati, con livelli di redditività superiori a quelli registrati negli altri settori produttivi. Non si può negare che ciò sia anche disceso dall’assunzione di rischi troppo elevati, non adeguatamente coperti da risorse patrimoniali e di liquidità”. Ma a questo rischio di calo dei profitti, in seguito alle modifiche delle regole di Basilea 2, “le banche dovranno rispondere con opportune e ampie riorganizzazioni” senza contrastare il contenimento dei rischi “con l’assunzione di nuovi rischi”.

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