I revisori bocciano Doris ma sono spiazzati dal rally

di John Hawkins

…nel Grandicato, ha infatti chiuso il 2009 con un utile in secco calo e s’è vista formulare un appunto dei revisori sulla mancata svalutazione della quota del 26,6% in Mediolanum. Il risultato netto nell’esercizio al 30 giugno scorso è sceso a 8 milioni di euro dai 28,5 dell’esercizio precedente, dopo la rinuncia dei Doris al dividendo Mediolanum per farsi carico delle perdite delle polizze con sottostante Lehman Brothers. I revisori dei conti si dicono “non in grado di esprimere un’opinione” sullo stato finanziario, in assenza di elementi che giustifichino la valutazione di Mediolanum a costi storici. A spiccare nei conti di Herule Finance Sa sono in effetti i minori dividendi percepiti, scesi a 9,63 milioni nel 2009 da 30,3 milioni. Gli 8 milioni di utile vanno comunque ad unirsi ai 291 milioni di utili riportati a nuovo per un totale che sfiora i 300 milioni e permette la distribuzione di un “dividendo preferenziale” di 9,2 milioni. Nella loro relazione i revisori della Mazars annotano che la valutazione della quota (194.449.557 titoli) di Mediolanum al 30 giugno 2009 sulla base delle quotazioni di Borsa era pari a 738,9 milioni di euro (513,3 milioni nel 2008), ma il consiglio di amministrazione l’ha valutata al costo di acquisizione, pari a 883,1 milioni, “in quanto non ha giudicato durevole la correzione di valore pari a -144,2 milioni (dopo -369,8 milioni nel 2008)”. Secondo Mazars, “nonostante l’aumento della quotazione di Borsa dalla precedente chiusura, la quantità di titoli detenuti rende impossibile una vendita globale delle azioni al valore di Borsa in vigore, tenuto contro delle deboli transazioni giornaliere (la media giornaliera dei titoli negoziati è di 1.528.804). Ad oggi, non abbiamo ancora ottenuto elemento probante che giustifichi il metodo di valutazione adottato”. Pertanto – scrivono gli esperti della Mazars – “a causa dell’importanza dei limiti di estensione del nostro lavoro, non siamo in grado di esprimere un’opinione sugli stati finanziari”. Del resto anche nel 2008 i revisori si erano espressi in modo analogo.
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