Il modello Mediolanum può non piacere, ma i numeri sono ancora dalla sua

Il “modello Mediolanum” è da tempo sotto accusa da più parti, come emerge anche dai commenti e discussioni in atto sulle pagine di Bluerating, ma quando si parla di numeri il gruppo guidato da Ennio Doris non delude le attese.  Il bilancio 2009 si è infatti chiuso con un utile netto consolidato di 217 milioni di euro, in crescita del 66% rispetto al risultato pro forma dell’anno precedente, a fronte di masse amministrate salite a 40.394 milioni (+37% rispetto al 31 dicembre 2008) e di una raccolta netta positiva per 6.928 milioni (+ 177% rispetto al 2008) che ha segnato un nuovo record storico. 

 

In particolare guardando al mercato italiano, Banca Mediolanum ha visto la raccolta netta volare a 5.795 milioni (+122%), di cui 1.993 milioni (+101%) per quanto riguarda il solo risparmio gestito, a fronte di una forza vendita composta da 4.945 promotori e di un totale di 1.098.000 clienti, seimila in più di un anno prima.  Banca Esperia ha invece visto le masse amministrate salire del 38% a 11.183 milioni di euro, anche se l’utile si è sostanzialmente azzerato (200 mila euro, di cui 100 mila di pertinenza di Mediolanum, contro i 4,1 milioni di un anno prima).

 

Intanto il dibattito attorno al futuro della professione di PF prosegue e questa volta a parlare è l’Anasf, che oggi a Bergamo ha fatto il punto su “Il contratto di agenzia del promotore finanziario: le questioni maggiormente dibattute”. Una questione che subito provoca un primo commento tra i nostri lettori: “Via al plurimandato, solo così potremmo proteggere i promotori finanziari dai soprusi delle mandanti e dei loro manager”.

 

“E poi – prosegue il nostro lettore – sarebbe la vera consulenza ai clienti, si potrebbe offrire oltre al multibrand dei fondi anche il multibrand dei servizi di base, più scelta nei conti correnti, più scelta nei servizi di erogazione, più scelta nei servizi assicurativi” e così via. Una prospettiva, quella di arrivare a offrire consulenza all’interno di un quadro regolamentare innovato, certamente interessante e che per altri nostri utenti non sarà una strada percorribile da tutti coloro che finora si sono limitati a vendere prodotti e sono stati remunerati in base al prezzo di quanto collocavano “ma per una parte degli attuali professionisti la consulenza è il futuro”.

 

E voi che ne pensate, sarà possibile e facile arrivare al multi mandato e farsi retribuire dalle mandanti anche in base alla consulenza fornita ai clienti? O la strada può essere solo quella, per qualcuno, di trasformarsi in consulenti “fee only” senza alcun mandato? Indirizzate come sempre le vostre risposte qui.

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