Fineco è il modello del futuro, peccato paghi così poco…

Il modello Fineco “funziona bene, soltanto che in Fineco la remunerazione al Promotore è la più bassa delle reti concorrenti ed inoltre per la consulenza al promotore viene retrocesso meno della metà di ciò che paga il cliente a Fineco”. Insomma, per il momento non si scappa: o si accetta la maggiore pressione sul fronte delle vendite di reti come Mediolanum, o se ci si vuole dedicare alla cura dei rapporti con la clientela occorre accettare di guadagnare qualcosa in meno. Lo sottolinea un lettore di Bluerating rispondendo alla nostra domanda se possa essere la struttura di Foti quella in grado di raccogliere il “testimone” della banca di Doris, da tempo al centro di un dibattito in merito all’organizzazione interna e alla filosofia operativa. 

 

“Siamo alle solite, bisogna riconoscere di più al promotore, colui che realmente lavora per la rete e il cliente” conclude il nostro lettore, ma per il momento non sembra proprio che le mandanti abbiano tali intenzioni, anzi la reporting season in corso a Milano oltre a mostrare risultati generalmente in calo per molti gruppi finanziari italiani, con qualche segnale positivo solo per la seconda parte dell’anno, si è accompagnata quasi sempre dall’annuncio di ulteriori tagli dei costi o quanto meno dalla proclamata volontà di non aumentare i costi del personale, sia esso dipendente o legato da un mandato di vendita.

 

Intanto però proprio Fineco Bank ha annunciato di aver scelto la piattaforma ObjectWay Financial Suite (OWFS) per gestire la consulenza per i propri clienti in ottica di MiFID a livello tre, in particolare per la gestione dei dati e delle informazioni del contratto di diagnosi. Tale contratto regola un nuovo servizio di consulenza finanziaria che consiste nell’analisi del rischio/rendimento dell’intero portafoglio che il cliente possiede, non solo presso Fineco Bank ma anche presso altre banche.

 

Un sistema che promette di verificare sia ex ante sia ex post l’adeguatezza del portafoglio in base ai parametri classici del modello MiFID di terzo livello e che provvede a effettuare periodici e continui monitoraggi, confronti col benchmark e ribilanciamenti. Se Foti punta sempre con più decisione sulla consulenza, Doris non fatica a consolarsi: a febbraio, secondo i dati pubblicati da Assoreti, Banca Mediolanum ha infatti raccolto 634,427 milioni rispetto ai 495,401 milioni realizzati a gennaio, coi fondi che hanno visto la raccolta quasi raddoppiare da 88,889 ai 164,848 milioni.

 

Un dato che resta peraltro dietro ai 203,52 milioni raccolti nel solo gestito da Fineco Bank e che si somma ad un dato negativo della raccolta assicurativa (-43,21 milioni). Semplice andamento stagionale o qualcosa inizia a scricchiolare nella struttura creata dal banchiere che traccia cerchi sulla sabbia? Inviate i vostri commenti, come sempre, qui.

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