Promotori finanziari – Un radiato per Generali

Due anni vissuti “sopra le righe” sono costati molto cari a Massimiliano Feresin, ex professionista presso il Leone di Trieste. Già, perché a dare il là alla narrazione di questa vicenda ci ha pensato la stessa società, che ha segnalato alla Consob di aver accertato gravi irregolarità nella condotta tenuta del suddetto promotore nello svolgimento dell’attività di promotore finanziario, essendo emerso che questi, nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2006, si era dedicato ad attività non propriamente consona alla sua mansione specifica.

Entrando nello specifico degli “errori” commessi, il signor Faresin si sarebbe appropriato di somme per circa € 180.000,00, a lui affidate da alcuni clienti quale provvista per l’effettuazione di investimenti, avrebbe accettato dai predetti clienti denaro contante nonché assegni bancari e circolari con caratteristiche difformi da quelle prescritte, avrebbe fornito documentazione contenente false informazioni, omesso di trasmettere all’Intermediario la modulistica relativa ad un contratto di investimento sottoscritto da alcuni clienti ed ha infine avrebbe omesso di rilasciare a un cliente copia della disposizione di investimento da lui sottoscritta.

Una bella serie di irregolarità che hanno portato alle richieste di dati e notizie inoltrate dalla Divisione Intermediari il 20 settembre 2007, 24 settembre 2007, 26 ottobre 2007, 15 gennaio 2008, 19 settembre 2008 e le relative note di riscontro trasmesse da Banca Mediolanum S.p.A., Friulcassa S.p.A., Bipop Carire S.p.A., Banca di Credito Cooperativo del Carso – Società cooperativa, Banca Antonveneta S.p.A., Banca Nazionale del Lavoro S.p.A., rispettivamente il 27 settembre 2007, 11 ottobre 2007 e 25 febbraio 2008, 4 ottobre 2007, 6 ottobre 2008, 30 settembre 2008 e 9 ottobre 2008.

Un “concerto” di protagonisti della finanza che ha permesso agli stessi intermediari di fornire dettagliate informazioni sui beneficiari di taluni assegni oggetto di appropriazione da parte del sig. Feresin, precisando che gran parte dei detti titoli sono stati da lui direttamente incassati mediante versamento su propri conti presso la Banca di Credito Cooperativo del Carso.

In seguito alle problematiche emerse tuttavia il il promotore non si sarebbe avvalso della facoltà di presentare deduzioni difensive, non ha chiesto di essere sentito personalmente in merito ai fatti oggetto di contestazione, né avrebbe presentato istanza di accesso agli atti del procedimento sanzionatorio avviato nei suoi confronti, né nella prima né nella seconda fase del procedimento. Un silenzio che riempie i titoli di coda di questa vicenda.

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