Da bilanci e assemblee segnali di ripresa per il settore finanziario

La tempesta è passata e si può tornare al lavoro? Se guardassimo solo ai numeri annunciati in questi giorni dalle grandi banche statunitensi, un anno fa di questi tempi al centro di quella che sembrava una “tempesta perfetta”, sembrerebbe di sì e questo forse spiega anche come mai alcuni gruppi anche in Italia sembrano tornare a scommettere sul risparmio gestito e sulle attività di private banking.

 

Così nel giorno in cui Arancionet, la rete di ING Direct Italia, presenta la nuova squadra di manager alla sua forza vendita riunita in convention al Fitzcarraldo a Milano, a Trieste Sergio Balbinot, presidente di Banca Generali e amministratore delegato “unico” in pectore di Generali, ribadisce che la compagnia triestina non ha alcuna intenzione di cedere Banca Bsi, su cui invece intende puntare sia per l’Italia sia all’estero. “Abbiamo fatto importanti investimenti in area asiatica e stiamo potenziando molto Singapore come base operativa del Far East” ha spiegato Perissinotto, aggiungendo: “abbiamo preso lo svizzero Hans Peter Brunner che ha relazioni di primissimo piano, dobbiamo sempre studiare il modo con cui Banca Generali e Bsi possono beneficiare dell’expertise, intendiamo fare tutto quello che possiamo per farle crescere”.  

 

Che Bsi possa essere importante per motivi sia strategici sia economici pare convinto anche l’amministratore delegato Giorgio Girelli, che aggiunge: “su 22,2 miliardi in gestione, il private di Bsi copre 10 miliardi”, ma per il manager vi possono essere ulteriori spazi nel private banking “vista l’uscita delle banche straniere”. Accanto a questa valenza strategica Girelli ha ricordato come esista anche una motivazione economica: “Quando partimmo (con l’integrazione delle attività italiane di Banca Bsi in Banca Generali, ndr) stimammo un risparmio di 5-6 milioni di euro e ci siamo attestati su questo valore”. 

 

Insomma, col peggio dietro le spalle, mercati che sembrano intenzionati a mantenersi sui livelli attuali se non a migliorarli, la prospettiva di una graduale ripresa economica mondiale trainata dai mercati emergenti e che però non dovrebbe produrre inflazione, specialmente in Occidente (il che porta molti analisti a prevedere tassi stabili a lungo per i paesi più industrializzati, mentre qualche maggiore prudenza è d’obbligo proprio per i paesi emergenti), l’ottimismo sembra riaffacciarsi anche nel settore finanziario e del risparmio gestito in particolare. E voi che ne pensate, è tornato il momento di andare a fare raccolta o la clientela è ancora diffidente? Inviate come sempre i vostri commenti qui

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