Scudo fiscale, festeggia la Svizzera

Se guardiamo i numeri e incrociamo i dati oggi disponibili in Italia e quelli emersi in questi giorni in Svizzera l’effetto concreto dello scudo fiscale sulle casse nostrane viene un po’ ridimensionato (come d’altronde sottolineava già diverso tempo fa Maria Cecilia Guerra sul sito www.lavoce.info).

Andiamo con ordine. Secondo il MEF fino a dicembre 2009 il volume delle operazioni interessate dallo scudo ammontava a 95 miliardi di euro di cui il 98% costituito da rimpatri effettivi in Italia. Numeri che non sembrano coincidere con quanto emerso in questi giorni dalla Svizzera.

Secondo quanto riportato da diverse testate locali in seguito allo scudo fiscale, dallo stato elvetico, sono rientrati 60 miliardi di euro. “Ma circa il 50-60% del dichiarato è ancora in gestione in Svizzera con la regolarizzazione o l’affidamento tramite fiduciarie in maniera ufficiale” scrivono i quotidiani svizzeri sulla scia, anche, delle dichiarazioni più recenti di Franco Citterio, direttore dell’Associazione Bancaria Ticinese, che ha ricordato come di quei 60 miliardi di euro, quelli effettivamente usciti dall’Italia sono stati circa 25 miliardi fino a dicembre 2009 (ovvero circa il 41% del totale, così come già sottolineava Maria Cecilia Guerra sul sito www.lavoce.info).

Se tanto mi dà tanto dei circa 7-15 miliardi che secondo le prime stime dovrebbero aver ritrovato la “via di casa” con la finestra del 2010, solo 3-6 miliardi sono effettivamente rientrati in Italia. Secondo questi dati, alla fine dei conti, i rimpatri con liquidazione (quelli che veri e propri, quelli che potrebbero ridare fiducia all’economia italiana) sommando i due scudi potrebbero raggiungere a mala pena i 40 miliardi di euro (34,5 a fine dicembre + 6 miliardi nel 2010).

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