Con questi mercati l’importante è mantenere il sangue freddo

 Alla fine ha vinto chi non si è lasciato prendere dal panico e ha mantenuto le posizioni: con un rialzo andato aumentando di ora in ora sino a sfiorare il 10% a livello di indici generali e il 20% per i maggiori titoli bancari come UniCredit, Intesa Sanpaolo e Mediobanca, Piazza Affari ha recuperato d’un colpo e con gli interessi le perdite dell’ultima settimana. Merito del maxi-salvataggio da 750 miliardi di euro complessivi in tre anni col quale la Ue (che promette altri 400 miliardi oltre ai 100 già previsti per aiutare la Grecia) e l’Fmi (che porta il suo impegno da 50 a 250 miliardi) provano a chiudere una volta per tutte la partita sul debito dei PIIGS.

 

Una mossa importante, che le grandi banche Usa, Morgan Stanley per prima, salutano come l’inizio di quel coordinamento fiscale la cui assenza ha favorito la crescita degli squilibri esistenti tra i “virtuosi” paesi del Nord Europa e gli “spendaccioni” maialini dell’area del Mediterraneo. Il rimbalzo trova spiegazioni tecniche contingenti nella corsa alla chiusura di posizioni corte di azioni e lunghe di Bund, T-bond e oro da parte dei grandi investitori istituzionali, ma non convince gli esperti più avveduti, che contattati da Blurating commentano lapidari: “si ha la sensazione che si costruisca sulla sabbia, che al debito esistente si sostituisca nuovo debito”. Un gioco rischioso, anche se la potenza di fuoco delle banche centrali, che oggi fanno scattare gli acquisti di titoli obbligazionari di emittenti dell’area dell’euro, fa per il momento indietreggiare quella parte del mercato che non era rimasta finora convinta della validità ed efficacia degli sforzi già annunciati.

 

Il piano non ha per ora dettaglio alcuno, deve acquistare concretezza anzitutto passando per l’esame dei singoli parlamenti nazionali, deve ancora dimostrarsi in grado di sanare una situazione degeneratasi nel corso degli ultimi 15-20 anni e non certo degli ultimi 15 giorni. Può riuscire se ridarà slancio all’economia facendo crescere i flussi reddituali più degli oneri finanziari necessari a sostenere il nuovo debito. Ma per ora tutto questo ai mercati non interessa.  Prudenti anche i lettori di Bluerating, che da giorni preferiscono non commentare direttamente una vicenda forse troppo più grande di loro e invece seguono con apparente maggiore curiosità le notizie spicciole, come quelle relative all’ingresso di sette nuovi professionisti nella rete di Banca Mediolanum. “Altri nuovi magnifici sette disperati della raccolta si sono aggiunti alla prossima magnifica raccolta di immediato giudizio” commenta un nostro lettore. 

 

Mentre un altro collega gli dà manforte commenta la richiesta di giudizio immediato per i 70 PF e manager di Mediolanum indagati per frode fiscale definendo i professionisti in questione “gentaglia” che “ottiene compensi milionari, ma ha bisogno di frodare lo stesso il fisco” e qualcuno sussurra: “i nomi li sanno tutti, almeno chi ci lavora come me, ma tutto passerà”. Ipotesi non così inverosimile, vista la disinvoltura con cui gli attuali mercati finanziari passano dal panic selling alla irrazionale esuberanza senza neppure conoscere nel dettaglio costi e benefici presunti di un piano di salvataggio che sembra fatto apposta per impressionare i massmedia e i loro ascoltatori e lettori. Perché dunque stupirci se anche a livello di singola società più che la trasparenza prevale il tentativo di gestire il flusso di informazioni e il clamore mediatico suscitato?

 

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